L’Alto Adige, scrigno di prosperità, si presenta come la regione italiana con il patrimonio pro capite più elevato, con Bolzano che svetta a 353.000 euro.
Tuttavia, dietro questa facciata di benessere emerge una crescente percezione di disuguaglianza tra i lavoratori, come evidenziato dall’analisi dell’Istituto Promozione Lavoratori (IPL) e corroborata dai dati di Bankitalia.
Il Barometro IPL rivela un sentiment diffuso di disparità: quasi otto lavoratori su dieci percepiscono un divario marcato tra i più abbienti e i meno fortunati, un dato stabile nel tempo che riflette una realtà sociale complessa.
Le cause di questa disuguaglianza, secondo la percezione dei lavoratori, affondano le radici nelle politiche salariali (25%) e nelle dinamiche economiche generali (24%), ma una quota significativa (18%) attribuisce il divario alle differenti intensità di lavoro.
L’ascesa sociale, agli occhi degli altoatesini, è ancora fortemente legata al merito e all’istruzione (punteggi rispettivamente di 7,9 e 7,5 su una scala da 0 a 10).
La capacità di costruire e coltivare una rete di relazioni (“conoscere le persone giuste”) si rivela un fattore di supporto, seppur meno preponderante rispetto al merito.
Altre variabili, come il genere, la fortuna e l’origine familiare agiata, rivestono un ruolo, sebbene percepiti come meno determinanti.
Un elemento di profonda riflessione emerge dalla percezione del ruolo di genere: essere donna appare ancora considerato uno svantaggio, indicatore di una persistente sensibilità nei confronti della discriminazione di genere, un’area in cui è necessario un cambiamento culturale.
Il rapporto di Bankitalia (fine 2023) quantifica la ricchezza netta delle famiglie altoatesine a 189 miliardi di euro, con un pro capite di 353.000 euro, un valore quasi il doppio della media nazionale.
Un incremento significativo (+33% negli ultimi 10 anni) che ha superato l’inflazione (27%).
La componente immobiliare, pari a 90 miliardi, rappresenta circa la metà della ricchezza netta, testimoniando una forte cultura della proprietà della casa (circa il 70%).
Tuttavia, è cruciale considerare che il costo della vita in Alto Adige è superiore alla media nazionale, mitigando in parte il vantaggio economico percepito e avvicinando il potere d’acquisto locale a quello del resto d’Italia.
Questa realtà sottolinea la necessità di un’analisi più approfondita, che vada al di là dei numeri e che tenga conto del benessere reale dei cittadini, al fine di garantire una distribuzione più equa delle opportunità e una maggiore coesione sociale in una regione apparentemente prospera.
La sfida futura risiede nella capacità di tradurre la ricchezza tangibile in qualità della vita condivisa e in un effettivo progresso inclusivo.