venerdì 22 Agosto 2025
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Alto Adige, scoperta contraffazione: sequestri e indagini in corso.

Nel cuore dell’Alto Adige, un territorio rinomato per la sua bellezza paesaggistica e la sua ricca tradizione artigianale, si sono verificate due distinte operazioni da parte della Guardia di Finanza, che mettono in luce un problema crescente: lo sfruttamento indebito di marchi e la commercializzazione di prodotti contraffatti, con ripercussioni significative sull’economia locale e sulla reputazione del territorio.
La prima indagine, condotta dalla Guardia di Finanza di Bolzano, ha portato al sequestro di circa seimila articoli destinati alla vendita in negozi di souvenir.
Questi oggetti, che includevano tazze, sottopiatti e tovagliette in plastica, erano stati importati dalla Cina e falsamente marchiati con il logo “Unesco”.
L’azienda locale, a quanto pare, aveva applicato serigrafie raffiguranti i suggestivi panorami dolomitici, abbinandole alle diciture “Dolomiti” e, soprattutto, l’acronimo “Unesco”.

L’uso non autorizzato di quest’ultima sigla, rigorosamente protetta e registrata presso l’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI), costituisce una violazione gravissima, espressione di un’appropriazione indebita di un marchio di riconosciuto valore culturale e istituzionale.

La contraffazione, oltre a danneggiare l’immagine dell’UNESCO, mina la fiducia dei consumatori e deprezza il valore dei prodotti autentici.
Il responsabile dell’azienda è ora indagato per il reato di contraffazione, un’accusa che comporta conseguenze legali e finanziarie potenzialmente rilevanti.
Parallelamente, i finanzieri di Merano hanno svelato un’altra forma di inganno commerciale.

Durante un controllo mirato a un negozio di souvenir e articoli da regalo nel centro cittadino, è stata scoperta una consistente quantità di pashmine etichettate come “100% silk”.
Tuttavia, l’analisi chimica ha demolito questa dichiarazione, rivelando che i tessuti non erano composti da pregiata seta, bensì da fibre sintetiche di poliammide e poliestere.

Questa pratica, che consiste nel presentare prodotti come di qualità superiore a quella effettiva, configura il reato di frode nell’esercizio del commercio.
Il titolare del negozio è stato denunciato, affrontando ora l’accusa di aver deliberatamente ingannato i consumatori, sfruttando l’associazione positiva che il termine “silk” evoca per giustificare prezzi più alti.

Questi due casi, pur presentando caratteristiche differenti, condividono un denominatore comune: l’opportunismo di soggetti che cercano di trarre profitto a spese della reputazione di marchi riconosciuti e della fiducia dei consumatori.

Le azioni della Guardia di Finanza rappresentano un intervento cruciale per la tutela del Made in Italy, la salvaguardia del patrimonio culturale e la promozione di un commercio onesto e trasparente, elementi imprescindibili per la sostenibilità economica e la valorizzazione del territorio altoatesino.

L’attenzione al dettaglio, l’impegno nella prevenzione e le rigorose analisi tecniche si rivelano strumenti fondamentali nella lotta contro i fenomeni di contraffazione e frode, contribuendo a preservare l’autenticità e l’integrità del mercato.

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