La Diocesi di Bolzano-Bressanone ha avviato un’indagine indipendente volta a scrutinare il controverso trasferimento del sacerdote don Giorgio Carli, inizialmente programmato e successivamente annullato, con l’obiettivo di estrarre lezioni fondamentali per migliorare la gestione di situazioni delicate e potenzialmente esplosive nel futuro.
L’annuncio, formalizzato dal vescovo Ivo Muser nell’ambito del Convegno pastorale a Bressanone, segna una svolta strategica nella gestione di un caso che ha riacceso ferite profonde e sollevato interrogativi sul processo decisionale interno alla curia.
Il caso di don Carli è intriso di una storia complessa e dolorosa.
Due decenni fa, il sacerdote fu al centro di un lungo iter giudiziario, culminato con una condanna in appello per accuse di abusi.
La successiva prescrizione del reato in Cassazione, pur offrendo una relativa chiusura legale, non ha estinto le conseguenze civili.
Nel 2013, un Tribunale civile ha infatti condannato solidalmente la diocesi e la parrocchia San Pio X di Bolzano a risarcire i danni per un importo significativo, pari a 700.000 euro, a testimonianza della profonda sofferenza causata dalle accuse.
La recente proposta di trasferimento in Val Pusteria, e la conseguente revoca a causa delle forti reazioni che ha suscitato, hanno riacceso il dibattito sulla necessità di un’analisi lucida e imparziale dei meccanismi che hanno portato a tale scelta.
L’incarico è stato affidato a un team di esperti indipendenti, guidati dall’avvocato di Monaco Ulrich Wastl, figura già nota per aver coordinato la redazione del rapporto sugli abusi sessuali all’interno della stessa diocesi.
Questa scelta sottolinea l’impegno della curia a garantire la massima trasparenza e indipendenza nell’indagine.
L’analisi si concentrerà non solo sulle dinamiche del singolo caso, ma anche sulla revisione strutturale dei processi interni e dei percorsi decisionali, con l’obiettivo di individuare le criticità, le lacune e le possibili fonti di errore che hanno contribuito a decisioni percepite come problematiche o dannose.
L’indagine non si limiterà a un mero accertamento dei fatti, ma si porrà il compito di formulare raccomandazioni concrete e implementabili per una governance più responsabile e consapevole.
Il vescovo Muser ha esplicitamente dichiarato la volontà di comprendere le radici delle decisioni che hanno portato a situazioni di crisi, ribadendo l’importanza di estrarre insegnamenti utili per il futuro.
Le raccomandazioni emerse dall’analisi degli esperti si integreranno nei processi di riforma già in corso all’interno della curia, mirando a rafforzare la trasparenza, la responsabilità e la partecipazione nella gestione delle questioni delicate che coinvolgono la comunità ecclesiale.
Per garantire la massima serietà e concentrazione del lavoro, l’indagine si svolgerà a porte chiuse, e non verranno rilasciate dichiarazioni durante la sua durata.
La diocesi ha promesso di comunicare i risultati in modo trasparente al termine dell’incarico, dimostrando un impegno verso la rendicontazione e il dialogo con la comunità.
La scadenza prevista per la conclusione dell’analisi è fissata per la fine di ottobre.