sabato 16 Agosto 2025
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Trentino Alto Adige: Infortuni Mortali, Lavoratori Anziani e Stranieri Sotto La Lente

Il Trentino Alto Adige si confronta con un quadro complesso e in evoluzione per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro.
Sebbene si intraveda un miglioramento, con una diminuzione degli infortuni mortali rispetto all’anno precedente – un segnale di stabilizzazione dopo un periodo critico – permangono aree di profonda preoccupazione che richiedono un’azione mirata e un ripensamento delle strategie di prevenzione.
I dati recenti, pur segnando un passo avanti, posizionano la regione al terzo posto nazionale per infortuni mortali, evidenziando una persistente vulnerabilità che necessita di un’analisi approfondita e di interventi efficaci.
Un elemento particolarmente rilevante e emergente è il coinvolgimento dei lavoratori più anziani, in particolare quelli over 55 e over 65, che rappresentano una percentuale significativa degli infortunati.
Questo dato demografico riflette l’invecchiamento progressivo della forza lavoro e solleva interrogativi cruciali: come adattare i protocolli di sicurezza e le pratiche aziendali per garantire la protezione di lavoratori con esigenze e capacità fisiche differenti? La gestione della sicurezza non può più basarsi su modelli generici; è imperativo sviluppare approcci personalizzati che tengano conto dell’età, dell’esperienza e delle specifiche vulnerabilità dei lavoratori senior.
Ciò implica una revisione dei rischi percepiti, una maggiore attenzione alla formazione mirata e un coinvolgimento attivo dei lavoratori anziani nella definizione delle misure di prevenzione.
La vulnerabilità dei lavoratori stranieri rappresenta un’altra sfida significativa.
Sebbene la loro prevalenza in settori ad alto rischio, come trasporti, manifatturiero, edilizia e lavorazioni boschive, possa spiegare in parte la loro maggiore esposizione, si evidenzia una carenza di efficacia nella formazione, aggravata da barriere linguistiche e culturali.

È essenziale superare queste barriere, promuovendo una comunicazione chiara e accessibile, e garantendo una formazione che tenga conto delle specificità di ciascun lavoratore straniero.
Un approccio inclusivo e culturalmente sensibile non solo migliorerà la sicurezza, ma favorirà anche l’integrazione e la valorizzazione delle competenze dei lavoratori immigrati.
Per affrontare queste sfide, l’Accordo Stato-Regioni del 2025, che prevede un corso base di almeno 16 ore per i datori di lavoro, rappresenta un’opportunità concreta per sensibilizzare e responsabilizzare il tessuto imprenditoriale.

Tuttavia, l’efficacia di tale iniziativa dipenderà dalla sua reale implementazione e dalla capacità di generare un cambiamento culturale all’interno delle aziende.
Parallelamente, è fondamentale rafforzare i controlli e le ispezioni da parte degli organi di vigilanza, potenziando l’Uopsal (Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) e il servizio lavoro.
Inoltre, una strategia di sicurezza sul lavoro veramente efficace deve andare oltre la semplice conformità normativa, promuovendo una cultura della prevenzione che coinvolga attivamente tutti i soggetti interessati: datori di lavoro, lavoratori, sindacati e istituzioni.

Ciò implica un impegno continuo per l’innovazione, la ricerca di soluzioni tecnologiche avanzate e la condivisione delle migliori pratiche, al fine di creare un ambiente di lavoro più sicuro e salubre per tutti.

La sicurezza non è un costo, ma un investimento nel capitale umano e nella sostenibilità del sistema produttivo.

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