Il respiro di terre estreme, l’eco di resilienza: è questo il filo invisibile che connette le figure femminili immortalate da Caterina Borgato, protagoniste di una mostra fotografica che si dispiegherà presso la Biblioteca Civica Tartarotti di Rovereto dal 15 settembre al 5 ottobre.
L’esposizione, tratta dal volume “Donne di terre estreme” pubblicato da Montura, offre uno sguardo profondo e intimo in mondi apparentemente distanti: la steppa mongola, l’isola di Socotra, il deserto della Dancalia.
Non si tratta di mera documentazione, bensì di un’immersione in un universo femminile, un microcosmo di ingegno, coraggio e profonda connessione con l’ambiente.
Queste donne, custodi di saperi ancestrali, incarnano una saggezza radicata nel territorio, un’abilità innata a trasformare la scarsità in abbondanza.
La loro esistenza, spesso ai margini della società contemporanea, rivela una profonda comprensione dei ritmi della natura e una straordinaria capacità di adattamento.
Ogni immagine è un frammento di una narrazione più ampia, un mosaico di vita quotidiana che riflette una cultura millenaria.
Si percepisce l’abilità di Jazera, che con le proprie mani trasforma lo sterco in combustibile, un gesto apparentemente umile che, in realtà, garantisce la sopravvivenza della comunità.
Si ammira la sua economia del fare, la cura meticolosa di ogni tessuto, considerata una risorsa preziosa.
E poi, le due bambine albine, emblematiche della fragilità e della forza, protette dall’affetto materno contro i pregiudizi che deriverebbero dalla loro unicità.
Le giovani Afar, nonostante la sete implacabile del deserto, che plasma il loro quotidiano, continuano a sfornare pane, un atto di speranza e di continuità.
La mostra non si limita a presentare ritratti, ma offre una riflessione sulla capacità umana di trovare significato e bellezza anche nelle condizioni più avverse.
Le donne fotografate sono esempi di come la solidarietà, la tenacia e lo spirito di sacrificio possano superare le difficoltà e creare una rete di sostegno reciproco.
L’esposizione si configura così come un tributo all’ingegno femminile, un invito a riscoprire il valore dell’interconnessione e del rispetto per l’ambiente, un monito a riconoscere il ruolo imprescindibile dell’“altra metà del cielo” nella costruzione di un futuro più equo e sostenibile per l’intera umanità.
Inaugurazione sabato 13 settembre.