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Povertà in Europa: Divari Regionali e Modelli di Successo

Il panorama socio-economico dell’Unione Europea, analizzato alla luce dei dati Eurostat relativi al 2024 in occasione della Giornata internazionale per l’eradicazione della povertà, rivela un quadro complesso, caratterizzato da marcate disparità regionali e da persistenti sacche di vulnerabilità.

Mentre una consistente porzione di territori, ventisei regioni per la precisione, denota un’elevata resilienza con tassi di rischio di povertà o esclusione sociale inferiori al 12,5%, la persistenza di aree con livelli critici solleva interrogativi sulle politiche di coesione e sulle strategie di sviluppo territoriale.
La Provincia Autonoma di Bolzano si distingue come fulgido esempio di successo, con un tasso di rischio del 6,6%, un dato che la posiziona ai vertici della classifica europea e riflette un modello di sviluppo integrato, che combina prosperità economica, coesione sociale e tutela ambientale.

A seguire, si collocano regioni slovacche (Bratislavskykraj, 8,6%) e ceche (Jihozapad, 8,8%), evidenziando come l’efficacia delle politiche pubbliche e la capacità di adattamento alle dinamiche del mercato del lavoro possano contribuire a contenere la povertà e l’esclusione.

Tuttavia, il divario con le aree più svantaggiate è profondo.

La Guyana francese si presenta come il territorio europeo più afflitto da povertà e marginalizzazione, con un tasso di rischio del 59,5%, una cifra allarmante che riflette sfide complesse legate alla storia coloniale, alla precarietà del lavoro e all’accesso limitato ai servizi essenziali.
In Italia, il quadro è altrettanto preoccupante, con la Calabria (48,8%) e la Campania (43,5%) che si attestano come le regioni più vulnerabili, precedute dalla città autonoma spagnola di Melilla (44,5%).

La persistenza di questi elevati tassi di rischio in regioni del Mezzogiorno d’Italia – Sicilia (40,9%) e Puglia (37,7%) – conferma un modello di sviluppo disomogeneo, caratterizzato da debolezze strutturali, divari infrastrutturali, limitata mobilità sociale e una maggiore esposizione agli shock economici.

Il superamento della media UE del 21%, che in queste regioni è ampiamente sorpassata, evidenzia la necessità di interventi mirati e di una visione strategica a lungo termine per affrontare le cause profonde della vulnerabilità socio-economica.

L’analisi dei dati Eurostat non solo fornisce un quadro della realtà attuale, ma funge da monito per le istituzioni europee e nazionali, sollecitando un impegno maggiore nella promozione di politiche di inclusione sociale, di sostegno al reddito, di investimento in capitale umano e di sviluppo territoriale equilibrato, con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze e di garantire a tutti i cittadini europei pari opportunità di accesso a un futuro dignitoso.

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