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sabato 1 Novembre 2025

Assolto l’ex docente Tartini: la querela tardiva al centro del verdetto.

Un’aula di giustizia a Trieste ha recentemente pronunciato un verdetto che solleva interrogativi complessi riguardanti la dinamica tra potere, consenso e il delicato equilibrio tra diritti individuali e istituzionali.

Un ex professore del prestigioso Conservatorio Tartini, figura di spicco nel panorama musicale locale, è stato assolto dall’accusa di violenza sessuale aggravata, un procedimento legale che ha visto contrapporsi il pubblico ministero, Cristina Bacer, e la difesa dell’imputato.

La richiesta di condanna, pari a due anni e tre mesi, avanzata dalla Procura è stata respinta dal collegio giudicante presieduto da Enzo Truncellito, come riportato dal quotidiano locale Il Piccolo.
Il caso, intricato e profondamente segnato da una temporizzazione anomala, ruota attorno a un presunto bacio, datato 2017, e a una serie di comportamenti giudicati ambigui nei confronti di una studentessa.

La particolarità del procedimento risiede nel fatto che la giovane, ormai maggiorenne, non aveva sporto denuncia in prima persona.

La querela è stata avanzata dalla direzione del Conservatorio, anni dopo, nel 2024, a seguito di un racconto confidato dalla studentessa stessa.

Questa circostanza si è rivelata determinante per l’assoluzione in merito all’episodio del presunto bacio, poiché la condizione di procedibilità per reati sessuali che coinvolgono maggiorenni richiede esplicitamente la querela della vittima.
L’assenza di tale querela, in questo caso, ha costituito un ostacolo insormontabile per l’avvio del processo penale.

La seconda accusa, relativa ai comportamenti ambigui, ha visto l’imputato assolto in quanto il giudice non ha riscontrato la sussistenza del fatto.
Questa decisione sottolinea l’importanza della prova rigorosa e inconfutabile in ambito giudiziario, soprattutto quando si tratta di accuse di natura sensibile e delicata.

L’episodio solleva questioni di profondo interesse giuridico ed etico.
La querela tardiva, la necessità della querela per reati sessuali che coinvolgono maggiorenni e la difficoltà di provare comportamenti ambigui costituiscono elementi che rendono il caso particolarmente complesso.
Il verdetto, pur rispettando i principi del diritto, lascia aperta la questione del ruolo delle istituzioni di fronte a situazioni di potenziale abuso di potere e della necessità di garantire un ambiente sicuro e rispettoso per gli studenti, soprattutto in contesti formativi come i conservatori, dove la relazione tra docente e studente può essere caratterizzata da una dinamica gerarchica intrinseca.

Il caso evidenzia, infine, la fragilità del sistema giuridico nel tutelare pienamente le vittime di abusi, quando la denuncia non avviene tempestivamente e la prova dei fatti si rivela insufficiente.

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