L’autonomia differenziata rappresenta un’opportunità strategica per la crescita e la modernizzazione dell’Italia, un motore di innovazione capace di rimodellare il rapporto tra Stato e territori. Lungi dall’essere una mera rivendicazione regionale, si configura come un progetto di riforma profonda, volto a liberare il potenziale di sviluppo insito nelle peculiarità di ogni area nazionale. Come sottolineato dal Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, l’esperienza friulana, pur con le sue specificità, può fungere da modello virtuoso per un approccio autonomico orientato alla creazione di valore.Il successo del Friuli Venezia Giulia, testimoniato dall’incremento significativo delle risorse disponibili – un passaggio da un assestamento di bilancio di 80 milioni a oltre 1,3 miliardi – dimostra come una gestione più flessibile e mirata delle risorse possa generare un circolo virtuoso di investimenti e crescita economica. Questa capacità di produrre entrate aggiuntive, frutto di una spesa più efficiente e rispondente ai bisogni locali, contrasta con l’approccio centralizzato, spesso inefficiente e distante dalle reali esigenze dei territori.L’autonomia differenziata non si traduce in una richiesta di “più”, ma in una pretesa di “meglio”. Si tratta di affinare la capacità decisionale, di poter indirizzare le risorse in modo più efficace, tenendo conto delle specificità socio-economiche, ambientali e culturali di ciascun territorio. La Conferenza delle Regioni, in questo contesto, assume un ruolo cruciale, come piattaforma di collaborazione e coordinamento tra le diverse realtà regionali, al fine di promuovere un processo che consenta a tutte le Regioni, anche quelle a statuto ordinario, di esercitare una maggiore autonomia decisionale.Il percorso intrapreso dal Veneto, con il coraggio di sottoporre la questione referendaria alla volontà popolare, ha contribuito a portare il tema dell’autonomia differenziata al centro del dibattito nazionale. Un dibattito che, se affrontato con spirito costruttivo e lungimirante, può portare a una revisione complessiva del sistema istituzionale italiano, rendendolo più agile, efficiente e capace di rispondere alle sfide del XXI secolo. Un sistema che, attraverso la valorizzazione delle autonomie regionali, possa finalmente esprimere appieno il suo potenziale di crescita e prosperità per l’intera nazione. L’auspicio è che l’esperienza del Friuli Venezia Giulia, l’esempio del Veneto e l’impegno di tutte le Regioni possano contribuire a costruire un futuro più equo e dinamico per l’Italia.
Autonomia differenziata: Friuli e Veneto, modelli per l’Italia.
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