domenica 7 Settembre 2025
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Trieste

Marco Cavallo: Un Faro di Speranza nei CPR Italiani

Il prossimo 15 settembre, da Trieste, si accenderà un faro di attenzione e dialogo: il viaggio itinerante di Marco Cavallo, la scultura equina azzurra che incarna l’eredità rivoluzionaria di Franco Basaglia, toccherà i Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di diverse città italiane.

Questa iniziativa, promossa con forza dal Forum Salute Mentale, coordinata da Carla Ferrari Aggradi e sostenuta dall’associazione Ics (migranti), rappresenta un atto di responsabilità civile e un profondo interrogativo sull’umanità delle nostre pratiche di accoglienza e gestione dei flussi migratori.
La partenza, dal cinema Ariston, segnerà l’inizio di un percorso che si snoderà attraverso Gradisca d’Isonzo (16 settembre), Milano (20 settembre), Roma (27 settembre), Palazzo San Gervasio (Potenza, 3 ottobre), Brindisi (8 ottobre) e Bari (10 ottobre).

Ogni tappa sarà arricchita da eventi pubblici, incontri tematici e momenti di confronto aperto, documentati in tempo reale sul sito del Forum Salute Mentale e colti attraverso l’obiettivo del regista Giovanni Cioni, impegnato nella realizzazione di un film che ambisce a raccontare la complessità del fenomeno migratorio e le sue implicazioni.
Un gesto simbolico accompagnerà l’itinerario: la consegna di lettere, espressione di solidarietà e speranza, a coloro che vivono all’interno dei CPR.
Marco Cavallo, la scultura, sarà avvolto da bandiere realizzate con tessuti di scarto, testimonianza tangibile di un impegno concreto verso il riuso e la sostenibilità.

A Trieste, un centinaio di queste bandiere sono state create grazie alla collaborazione con la sartoria Lister, un esempio di come l’arte e l’artigianato possano diventare strumenti di sensibilizzazione e inclusione sociale.
Durante la conferenza stampa di presentazione, Peppe Dell’Acqua ha sottolineato il ruolo cruciale delle numerose associazioni che hanno reso possibile questa iniziativa, un coro di voci che invocano un mondo più giusto e accogliente.

“Questo percorso – ha affermato – nasce dalla necessità di affrontare una realtà troppo spesso relegata nell’ombra, un’emergenza che ci interpella profondamente come società.

” Le testimonianze raccolte e le vicende vissute all’interno dei CPR rivelano una realtà angosciante: un’esperienza di spersonalizzazione, di perdita d’identità, in cui i diritti fondamentali vengono spesso calpestati.

La privazione della documentazione, il vuoto del nome, l’impossibilità di progettare il futuro generano una profonda sofferenza, una spirale di disperazione che mina la dignità umana.

Il viaggio di Marco Cavallo non è un semplice reportage, ma un atto di memoria, un invito a interrogarci sulle responsabilità che ci derivano dall’accoglienza e dalla gestione dei flussi migratori.
È un’occasione per amplificare le voci di coloro che troppo spesso sono dimenticati, per promuovere un dibattito costruttivo e per contribuire alla costruzione di una società più inclusiva e rispettosa dei diritti umani.

Il futuro, per chi si trova in queste condizioni di vulnerabilità, è un orizzonte che si fa sempre più incerto: questo viaggio vuole essere un tentativo di restituirgli la speranza.

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