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Mario Candotto: spento un testimone cruciale della Resistenza e dell’Olocausto

La comunità friulana è avvolta in un lutto profondo per la perdita di Mario Candotto, figura emblematica della Resistenza italiana e testimone privilegiato, se non obbligato, delle atrocità dell’Olocausto.

La notizia della sua scomparsa, comunicata dal segretario di Sinistra Italiana per il Friuli Venezia Giulia, Sebastiano Badin, lascia un vuoto incolmabile, segnando la fine di un capitolo cruciale nella memoria collettiva.

Mario Candotto, novantanovenne, incarnava la resilienza e la forza d’animo di una generazione segnata dalla barbarie nazifascista.

Nato a Porpetto, in provincia di Udine, e legato al lavoro operaio presso i cantieri di Monfalcone, il suo percorso si intrecciò drammaticamente con gli eventi più oscuri del Novecento.

Nel 1944, a causa del suo coraggio e del suo ruolo di staffetta partigiana, fu strappato alla sua terra e deportato nel campo di concentramento di Dachau, lo stesso luogo dove aveva perso il padre; una perdita che si sommò al dolore per la scomparsa della madre, avvenuta ad Auschwitz.

La sua sopravvivenza a Dachau non fu solo un miracolo individuale, ma un imperativo morale: quello di raccontare, di testimoniare, di impedire che l’orrore si ripetesse.

Mario Candotto dedicò la sua esistenza a questo compito, diventando un punto di riferimento per le nuove generazioni, un depositario della memoria e un messaggero dei valori dell’antifascismo.

La sua testimonianza non era un semplice resoconto di eventi passati, ma un monito costante contro ogni forma di oppressione, discriminazione e ingiustizia.

La sua figura trascende la cronaca personale per elevarsi a simbolo universale della lotta per la libertà e la dignità umana.

Il suo impegno costante, la sua capacità di trasmettere la fragilità della condizione umana e la potenza della speranza, lo hanno reso un faro per chi crede in un mondo più equo e solidale.
La perdita di Mario Candotto rappresenta quindi una ferita profonda per la comunità friulana e per l’Italia intera, ma anche un appello a rinnovare il nostro impegno civile e a custodire con cura la memoria di coloro che hanno combattuto per i nostri diritti.
L’eredità di Mario Candotto, intessuta di coraggio, resilienza e instancabile dedizione alla verità, continuerà a ispirare le nostre azioni e a guidare il nostro cammino verso un futuro di pace e giustizia.

Un futuro che, come lui stesso ci ha insegnato, va costruito ogni giorno con impegno e consapevolezza.

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