Un episodio recente, segnalato al quotidiano Messaggero Veneto e prontamente comunicato al sindaco di Clauzetto, Giuliano Cescutti, ha riportato alla ribalta la persistente presenza di un orso bruno (Ursus arctos) in un’area montana del Friuli Venezia Giulia, tradizionalmente considerata marginale per la sua distribuzione.
L’avvistamento, effettuato da un automobilista di passaggio, descrive un esemplare che, nelle ore notturne, si muoveva con apparente disinvoltura in prossimità del centro abitato e, successivamente, si è diretto verso il percorso escursionistico che unisce Vito d’Asio e Clauzetto.
L’episodio ha avuto conseguenze concrete: alcune arnie locali hanno subito danni, presumibilmente causati dall’orso alla ricerca di una fonte di nutrimento come il miele, una risorsa energetica particolarmente attraente per gli orsi, soprattutto in periodi di transizione stagionale o carenza di altre prede.
La vicenda solleva interrogativi più ampi sulla dinamica della fauna selvatica in Friuli Venezia Giulia.
La presenza dell’orso bruno, riscontrata ininterrottamente dal 1991, testimonia una capacità di adattamento e dispersione notevole per una specie che, a livello globale, sta affrontando sfide considerevoli a causa della perdita di habitat e della frammentazione del territorio.
Il sindaco Cescutti, pur invitando alla prudenza ed evitando allarmismi ingiustificati, ha sottolineato la necessità di monitorare attentamente la situazione.
L’abbandono progressivo delle aree montane, fenomeno socio-economico radicato nel tempo, ha alterato gli equilibri ecologici, favorendo la ricollonizzazione di specie che in passato erano assenti.
Questo processo di “ripopolamento naturale”, sebbene interessante dal punto di vista biologico, crea anche potenziali conflitti tra uomo e fauna selvatica, richiedendo una gestione attenta e sostenibile del territorio.
L’episodio sarà al centro di un convegno che si terrà in ottobre, dove esperti del settore si confronteranno per analizzare le cause e le conseguenze della presenza dell’orso, elaborando strategie di coesistenza che tengano conto delle esigenze sia dell’uomo che dell’animale.
Il dibattito dovrebbe concentrarsi su temi quali la gestione del bestiame, la prevenzione dei danni alle colture e alle arnie, e l’educazione ambientale delle comunità locali, promuovendo una cultura del rispetto e della convivenza con la natura.
L’obiettivo è quello di garantire la conservazione dell’orso bruno, specie simbolo della biodiversità montana, senza compromettere la sicurezza e il benessere delle popolazioni che vivono e lavorano in queste aree.