Un episodio di audace, seppur singolare, inganno ha scosso la tranquillità della comunità di Nimis, in provincia di Udine, rivelando un caso di usurpazione di autorità e possesso illegale di beni d’istituzione.
Un uomo di età avanzata, precedentemente legato al Corpo forestale regionale come dipendente, ha orchestrato una serie di episodi volto a simulare una posizione di comando all’interno del corpo, approfittando della sua conoscenza delle procedure e del prestigio associato all’uniforme.
Le prime segnalazioni, provenienti da tre giovani turisti in vacanza nella regione, hanno destato i primi campanelli d’allarme.
I ragazzi, durante una passeggiata in un sentiero naturalistico, si sono imbattuti in un capriolo deceduto.
A loro sopraggiungeva un veicolo da cui scendeva un individuo che, con fare autorevole, si presentava come responsabile di una stazione forestale.
L’uomo, esibendo un cappello ornato con lo stemma del Corpo, procedeva a caricare l’animale nel bagagliaio, adducendo la necessità di sottoporlo a esami di laboratorio.
La narrazione, apparentemente plausibile, nascondeva una realtà ben diversa: l’uomo non aveva alcun titolo per agire in quel modo.
Successivamente, un altro cittadino di Nimis è stato vittima dell’inganno.
Mentre si dedicava alla rimozione di vegetazione caduta a seguito di un temporale, l’uomo si è visto accusato, da parte dello stesso individuo, di prelievo abusivo di legname.
Di fronte alla richiesta di identificazione, il truffatore, con un’abile manovra diversiva, indicava il cruscotto del proprio veicolo, dove erano visibili due copricapi con lo stemma dell’aquila d’oro, emblema del Corpo forestale, affermando di essere il comandante della Guardia forestale.
Le indagini, avviate a seguito delle segnalazioni, hanno permesso di ricostruire un quadro preoccupante: una perquisizione domiciliare, disposta dall’autorità giudiziaria, ha confermato i sospetti dei forestali.
L’uomo, in realtà un ex collega ormai in pensione, aveva trattenuto, in modo illegale, parte dell’equipaggiamento assegnato al personale del Corpo forestale regionale, inclusi copricapi e altri beni identificativi.
L’azione penale, formalizzata dalla Procura, si basa su una specifica normativa che mira a contrastare l’usurpazione di funzioni pubbliche e il tentativo di ingannare i cittadini attraverso la simulazione di un’autorità, soprattutto quando questa è associata all’appartenenza a corpi specializzati come le Forze dell’Ordine e le organizzazioni dedicate alla tutela dell’ambiente.
Il caso solleva interrogativi sulla gestione dei beni d’istituzione e sull’importanza di vigilare sull’integrità e la credibilità delle istituzioni preposte alla salvaguardia del territorio e alla sicurezza pubblica.
L’episodio pone anche l’accento sulla necessità di rafforzare i controlli e di promuovere una maggiore sensibilizzazione nei confronti dei cittadini, affinché siano in grado di riconoscere e denunciare comportamenti fraudolenti che possono compromettere la fiducia nelle istituzioni.








