Fioravante Gratton: un’eco silenziosa di autenticità nella Bassa friulanaLa mostra “Fioravante Gratton, un artista nella Bassa friulana”, inaugurata a Ruda (Udine) il 24 ottobre e visitabile fino al 9 novembre, offre un’opportunità preziosa per riscoprire una figura artistica profondamente radicata nel territorio, un uomo che ha saputo distillare l’essenza di un mondo destinato a scomparire.
Come sottolinea il nipote Marcellino Chiandit, Gratton fu molto più di un semplice pittore e fotografo; fu un interprete sensibile, quasi un custode, di un paesaggio e di una cultura legati alla terra.
Giuseppe Bergamini, attento studioso dell’opera di Gratton, lo descrive come un appassionato conoscitore dei dettagli e delle peculiarità del suo mondo, Ruda e la sua campagna circostante.
La sua arte non si concentra su eventi epocali o dinamiche sociali, bensì sull’intima bellezza del quotidiano, sulla luce che accarezza i campi, sulla quiete dei ruscelli, sulla dolce armonia dei colori che definiscono quel lembo di friuli.
Questa predilezione per il microcosmo, questo amore filiale per un ambiente agreste, si manifesta in un’opera ricca di testimonianze visive che catturano l’anima di un’epoca.
Le opere di Gratton, sia fotografiche che pittoriche, rivelano una profonda maturità artistica.
Italo Zannier, esponente di spicco del panorama fotografico italiano, riconosceva nei suoi scatti “fresche immagini all’aperto”, un tributo alla capacità di Gratton di cogliere l’immediatezza e la naturalezza del paesaggio.
La sua pittura, pur affondando le radici nella tradizione, si distingue per una freschezza e una chiarezza disarmanti, per un’onestà intellettuale che lo ha portato a rifiutare le sirene dei movimenti artistici del Novecento, le mode effimere che agitavano il mondo culturale friulano.
L’arte di Gratton è un inno alla luce, al colore, a un’abile maestria tecnica sublimata da sentimenti genuini, un’esperienza che coinvolge l’occhio e il cuore.
Il repertorio di dipinti presenta un vibrante ritratto del mondo rurale che lo circonda: alberi rigogliosi, casolari imponenti, corsi d’acqua serpeggianti, prati ameni.
Accanto a queste vedute, si trovano anche suggestive nature morte, espressione di una profonda osservazione della realtà e di una capacità di cogliere la bellezza anche negli oggetti più semplici.
Gli anni Quaranta segnano un importante punto di svolta nella vita di Gratton, con l’amicizia con Giuseppe Zigaina.
Insieme, i due artisti si dedicarono all’insegnamento del disegno a mano libera presso le scuole professionali serali del Comune di Ruda, trasmettendo la loro passione e le loro competenze alle nuove generazioni.
Questa conoscenza di Zigaina aprì a Gratton le porte del mondo intellettuale dell’epoca, permettendogli di entrare in contatto con Pier Paolo Pasolini, presente a Ruda dal 1946.
Pasolini, insieme a Zigaina, cercò più volte di convincere Gratton a partecipare a mostre e concorsi, per dare maggiore visibilità alla sua arte e per permettere alla critica di esprimere un giudizio.
Tuttavia, Gratton rifiutò con fermezza, animato da una profonda modestia e da un’avversione per ogni forma di ostentazione, definendo l’atto della firma sui quadri come “atto presuntuoso”.
Questo gesto, apparentemente anomalo, rivela un’anima autentica, un artista che preferì rimanere fedele alla propria visione, lontano dalle logiche del mercato e dalle convenzioni del mondo artistico.
La mostra rappresenta dunque un’occasione imperdibile per riscoprire un artista che ha saputo incarnare i valori di una comunità e la bellezza silenziosa di un paesaggio friulano in trasformazione.








