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Inabili alla Morte: Identità, Memoria e Confine tra Italia e Slovenia

Inabili alla Morte: Un’Esplorazione Transfrontaliera di Identità e Memoria nell’Europa CentraleTra Gorizia e Nova Gorica, città divise da un confine storico e culturalmente intessute, emerge “Inabili alla Morte”, un ambizioso progetto artistico che si configura come una riflessione profonda sull’identità, la memoria e il tempo che scorre.

Inserito nel programma ufficiale di Go!2025, Capitale Europea della Cultura, questo complesso intreccio di teatro, radio e letteratura, ideato e diretto da Giacomo Pedini per il prestigioso festival Mittelfest, si avvale del capolavoro letterario di Joseph Roth, “La cripta dei cappuccini”, come punto di partenza per un viaggio emozionante e intellettualmente stimolante.

“Inabili alla Morte” non è semplicemente un adattamento teatrale, ma una vera e propria trilogia in evoluzione, un organismo vivente che si alimenta di diverse forme espressive.

I primi due capitoli, “La Cripta dei Cappuccini” e “Alla ricerca della lingua perduta”, già rappresentati, fungono da fondamenta per l’atto conclusivo, “L’alba dopo la fine della Storia”, una prima assoluta che promette di svelare nuovi significati e approfondire le connessioni tematiche.

A completare il progetto, un volume edito da Bottega Errante Edizioni, che sarà presentato in anteprima nazionale a pordenonelegge, offre una prospettiva ulteriore e un’analisi critica dell’opera.
Il progetto, sostenuto da GO!2025, dalla Regione e realizzato in coproduzione tra l’Associazione Mittelfest e l’Sng Nova Gorica, ambisce a superare le barriere linguistiche e culturali, creando un dialogo tra il pubblico sloveno e italiano.
“L’alba dopo la fine della Storia”, scritto da Paolo Di Paolo e ispirato alla poetica di Roth, si fa interprete di un’epoca complessa, gli anni ‘90 e i primi anni 2000, un periodo segnato da un’euforia post-guerra fredda che nascondeva crepe profonde e manipolazioni sottili.

La presenza di molti membri del cast originale, guidati ancora una volta dalla regia di Pedini, garantisce una continuità emotiva e narrativa, mentre l’innovativa combinazione di teatro e live cinema promette uno spettacolo visivamente suggestivo e intellettualmente stimolante.

“Inabili alla Morte” si propone quindi come un’esplorazione corale e transfrontaliera, un tentativo di decostruire l’idea di un passato immutabile, rivelando le sue ambiguità, le sue finzioni e le sue verità nascoste.

È un progetto che invita il pubblico a riflettere sulla fragilità della memoria collettiva e sulla complessità dell’identità europea, in un’epoca segnata da cambiamenti rapidi e incertezze.

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