Il Museo nazionale di archeologia subacquea dell’Alto Adriatico, inaugurato a Grado, si erge a custode di una storia millenaria, incarnata dalla nave romana *Iulia Felix*, un relitto straordinario restituito al pubblico dopo un impegnativo e innovativo processo di restauro e ricostruzione.
Questo intervento, finanziato dalla Direzione generale Musei del Ministero della Cultura e realizzato in collaborazione con il Museo storico e Parco del Castello di Miramare, rappresenta non solo un trionfo della scienza e dell’ingegneria, ma anche una finestra aperta sul cuore pulsante dell’Adriatico romano.
La *Iulia Felix*, rinvenuta a poche miglia dalla costa nel 1986 e progressivamente recuperata tra il 1987 e il 1999 sotto la supervisione della Soprintendenza, offre uno spaccato unico sulla vita e le dinamiche di un mare cruciale per l’economia e la cultura dell’epoca.
Come sottolinea il direttore generale Musei, Massimo Osanna, il museo non si limita a presentare un ritrovamento archeologico di eccezionale valore, ma a ricostruire l’Adriatico antico come crocevia di rotte commerciali, veicolo di scambio di merci e idee, profondamente interconnesso con il potente sistema portuale di Aquileia.
L’itinerario museale principale, dislocato al primo piano, pone al centro la *Iulia Felix*, con il suo carico e la sua strumentazione di bordo, elementi che ne rivelano la funzione e il contesto.
L’allestimento, curato per immergere il visitatore in un’esperienza sensoriale, racconta la storia della nave, ricostruendo il panorama economico e sociale dell’età romana e la complessa rete di relazioni commerciali che avevano Aquileia come fulcro nevralgico.
Il naufragio, avvenuto nel II secolo d.
C.
, ha conservato un’eredità preziosa, offrendo un quadro vivido dell’epoca.
Le sezioni introduttive del museo ampliano il contesto, esponendo reperti recuperati dai fondali marini e dalle zone lagunari circostanti.
Questi materiali, provenienti anche dalla collezione del Museo archeologico nazionale di Aquileia, illustrano la fitta trama di insediamenti e strutture che popolavano la regione tra Aquileia e la linea di costa antica, rivelando la densità abitativa e l’importanza strategica del territorio.
La ricostruzione dello scafo è il risultato di una complessa collaborazione scientifica, che ha visto l’Università Ca’ Foscari di Venezia impiegare tecnologie avanzate per la restituzione virtuale in 3D.
Questa ricostruzione digitale ha fornito la base per la progettazione del sistema di supporto, realizzato da Arguzia srl, che permette di sostenere i resti della nave e di comunicare al visitatore le sue dimensioni originarie, offrendo una percezione più autentica e coinvolgente della *Iulia Felix* e della sua storia.
Il museo si configura, dunque, non solo come un luogo di conservazione del patrimonio, ma come un laboratorio di ricerca e innovazione, capace di coniugare archeologia, tecnologia e comunicazione per offrire un’esperienza culturale unica e memorabile.






