mercoledì 17 Settembre 2025
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Trieste

Tom Scott a Trieste: una serata jazz inattesa e leggendaria

A poco più di ottant’anni, Tom Scott, figura leggendaria del jazz e compositore prolifico, ha regalato a Trieste una serata musicale inaspettata.
La visita, inizialmente concepita come un viaggio per ritirare un prestigioso riconoscimento a Roma, si è trasformata in un concerto improvvisato grazie all’iniziativa del batterista triestino Fabio Jegher, amico e collaboratore del maestro americano.

L’evento, ospitato nel piccolo ma rinomato Knulp, un club frequentato da intellettuali e appassionati, ha visto una folla entusiasta riversarsi per assistere a un’esperienza musicale unica.

Jegher, con una lungimiranza e un’organizzazione impeccabili, ha curato ogni dettaglio per accogliere Scott, un artista le cui tracce sonore si intrecciano con quelle di titaniche icone come Paul McCartney, George Harrison e Quincy Jones, fino a confluire nelle colonne sonore di film iconici come *Taxi Driver*, *Blade Runner* e *Toy Story 2*.

Per l’occasione, Jegher ha chiamato a collaborare due musicisti di eccezionale talento: Mario Cogno, contrabbassista triestino di profonda sensibilità, e Marko Cepak, chitarrista sloveno dalla tecnica raffinata.
Lungi dall’essere un concerto nostalgico, l’esibizione di Scott ha sprigionato un’energia giovanile sorprendente.

Alternandosi tra sax tenore e contralto, il maestro americano ha riversato una passione travolgente nel suono, estraendo virtuosi assoli e intricati fraseggi con una dinamica e una presenza scenica che hanno incantato il pubblico.

“Ho un grande merito, ammetto con autoironia, aver portato qui Tom,” ha esordito Jegher, con un sorriso complice.
La serata si è aperta con una rilettura personale di “Just Friends”, per poi omaggiare Stan Getz, figura chiave nell’evoluzione musicale di Scott, con un’interpretazione commovente di “Desafinado”.

Proseguendo nel repertorio, Scott ha presentato brani originali, tra cui “Silhouettes”, e ha offerto una Jive samba dal sapore intimista e ricercato.
L’alchimia musicale tra i tre artisti è stata palpabile.
Cepak, con la sua chitarra, ha dialogato con Scott in assoli pieni di virtuosismo, creando un tessuto sonoro ricco di sfumature.
La delicatezza con cui Scott estraeva note profonde dai suoi sax si rispecchiava nella fluidità con cui i polpastrelli di Cepak danzavano sulle corde della chitarra.
Nel momento di pausa, esausto ma soddisfatto, Scott si è accomodato su una sedia, lasciando spazio a Cogno, il cui contrabbasso si è liberato in passaggi appassionati, sostenuto dal ritmo incalzante di Jegher.
L’omaggio a Charlie Parker, con l’esecuzione di “Now’s the time”, ha concluso la prima parte della serata, consacrando l’atmosfera di profonda venerazione per i giganti del jazz.
La seconda parte del concerto è stata dedicata al recente lavoro di Jegher, “Moodlights”, un album rilassante in cui Tom Scott accompagna con un’orchestra sinfonica le composizioni del batterista.

Un’esperienza musicale notevole, un viaggio tra tradizione e innovazione, un tributo al jazz nella sua forma più sublime.

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