Il Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta, giunto alla sua XXII edizione, proietta un faro impietoso sulle ferite aperte del nostro tempo.
I servizi finalisti, selezionati tra oltre 160 candidature, dipingono un affresco agghiacciante di sofferenza, ingiustizia e abusi che coinvolgono le fasce più vulnerabili della popolazione mondiale: i bambini.
Non si tratta di un mero elenco di eventi tragici, ma di una denuncia sistematica delle conseguenze devastanti di conflitti armati, crisi umanitarie, sfruttamento economico e migrazioni forzate.
Da Gaza, dove la fame estrema e le condizioni sanitarie disperate affliggono i più piccoli, al Congo, dove bambini sono costretti a lavorare in miniere illegali di cobalto, fino a Myanmar, teatro di una guerra civile dimenticata, il Premio Marco Luchetta ci costringe a confrontarci con la realtà brutale di un mondo in cui l’innocenza è negata e il futuro è compromesso.
Il lavoro dei giornalisti premiati è cruciale.
Chiara Avesani e Matteo Delbò, con “Leaving Gaza”, e Federica Iezzi, con il suo reportage per “Il Manifesto” intitolato “Tutto il dolore del mondo tra i bambini feriti di Gaza”, documentano la catastrofe umanitaria che si consuma sotto gli occhi del mondo, mentre Gaia Mombelli, per SkyTg24, svela le storie di giovani delinquenti, vittime e carnefici, intrappolati in un circolo vizioso di marginalità e criminalità.
Il Premio rende omaggio alla memoria di Marco Luchetta, Alessandro Saša Ota, Dario D’Angelo e Miran Hrovatin, giornalisti caduti mentre documentavano i conflitti nei Balcani, un monito costante al coraggio e alla responsabilità che contraddistinguono il giornalismo d’inchiesta.
Come sottolinea il presidente della giuria, Marco Damilano, il Premio ci invita a “cambiare il punto di vista”, a guardare al di là delle apparenze e a comprendere le cause profonde delle tragedie che ci circondano.
Le segnalazioni provenienti dalla Stampa internazionale evidenziano la portata globale della crisi.
Xhorxhina Bami, con “Reality check: Kosovo still failing”, denuncia lo sfruttamento minorile in Kosovo, mentre Tom Perry, da Al Jazeera, racconta la drammatica realtà di ragazze vendute in matrimonio in Kenya per sfamare le famiglie.
Lorenzo Tondo, con Malak A Tantesh da Gaza, per “The Guardian”, offre un racconto straziante di bambini uccisi dai bombardamenti israeliani, un grido di dolore che risuona ben oltre i confini di Gaza.
La sezione “Rotta Balcanica” illumina le storie silenziose dei migranti che tentano disperatamente di raggiungere l’Europa, spesso a costo della loro stessa vita.
Alessia Candito, Anna Piuzzi, Anna Vitaliani e Renato Orso, attraverso i loro reportage, ci avvicinano alla sofferenza e alla speranza di chi intraprende un viaggio carico di incertezze e pericoli.
Le immagini, potenti e evocative, realizzate da Haitham Imad e Mohammed Saber, immortalano la devastazione della guerra e la paura che attanaglia la popolazione civile, un monito visivo per la comunità internazionale.
Il Premio Marco Luchetta, in definitiva, è un atto di memoria, di denuncia e di speranza, un invito a non dimenticare le vittime dell’ingiustizia e a impegnarsi per un futuro più giusto e umano.