Il caso delle scommesse illegali che coinvolge il portiere dell’Udinese, Maduka Okoye, si concretizza in un procedimento giudiziario con l’emissione di un decreto di citazione diretta a giudizio da parte della Procura di Udine.
L’inchiesta, tuttora in corso, scaturisce da un’analisi approfondita di flussi di scommesse anomali relativi alla partita Lazio-Udinese del marzo 2024, un evento sportivo apparentemente ordinario che cela una presunta manipolazione.
L’attenzione della Procura, guidata dal pubblico ministero Caterina Pace, si è focalizzata su un particolare episodio della partita: l’ammonizione ricevuta da Okoye al 63° minuto per comportamento dilatorio.
Questa circostanza, apparentemente marginale, è al centro di un presunto accordo corruttivo che avrebbe visto il calciatore coinvolto in un incontro con un imprenditore friulano, avvenuto in una pizzeria di proprietà di quest’ultimo.
L’ammonizione, oggetto di scommesse con quote particolarmente elevate (otto volte la posta), avrebbe generato vincite per un ammontare complessivo stimato in oltre 120.000 euro, prevalentemente incassati in territorio provinciale.
L’indagine non si limita al calciatore e al gestore del locale frequentato da Okoye.
Due ulteriori imprenditori, ritenuti a conoscenza dell’accordo e averne sfruttato l’opportunità per ottenere profitti illeciti, sono anch’essi sottoposti a indagine.
La società Snaitech, operante nel settore delle ricevitorie del gioco, è stata costituita parte civile nel procedimento.
La ricostruzione degli inquirenti ipotizza che il gestore della pizzeria, agendo in modo organizzato, abbia diversificato le puntate attraverso diverse ricevitorie fisiche e piattaforme online, massimizzando così il profitto derivante dall’inganno.
Le vincite incassate dagli altri indagati si aggirerebbero rispettivamente tra i 4.000 e i 6.200 euro, a testimonianza di una rete di relazioni e accordi volta a sfruttare la vulnerabilità di un evento sportivo.
Il ritorno in campo di Okoye, avvenuto a Cremona dopo una squalifica di due mesi imposta dalla giustizia sportiva per la medesima vicenda, sottolinea la gravità delle accuse e le ripercussioni sulla sua carriera.
Questo caso solleva interrogativi cruciali sulla integrità dello sport professionistico, l’efficacia dei controlli e la necessità di rafforzare le misure preventive contro la corruzione e le manipolazioni nel mondo del calcio.
L’udienza fissata per il 13 maggio 2026 segna l’inizio di un processo che potrebbe avere conseguenze significative per tutti i soggetti coinvolti, oltre a gettare luce sulle dinamiche complesse che si celano dietro le apparenti normalità degli eventi sportivi.
La vicenda, inoltre, riapre il dibattito sulla regolamentazione delle scommesse, la tutela dell’etica sportiva e la responsabilità dei calciatori.