Truffa sui Titoli di Efficienza Energetica: Processo in Corso a Torino

Date:

19 luglio 2024 – 09:45

I finanzieri, su segnalazione dei colleghi di Duisburg, hanno scoperto un intricato meccanismo fraudolento che coinvolgeva le Energy Service Company. Grazie alle segnalazioni di operazioni sospette, intercettazioni e movimentazioni bancarie, è emerso che queste imprese presentavano documenti falsi al Gestore dei servizi energetici per ottenere certificati bianchi di risparmio energetico. Successivamente monetizzavano questi titoli mettendoli sul mercato, trasferendo poi il denaro all’estero attraverso fatture per servizi mai effettuati. Dopo tre anni dall’ordinanza di custodia cautelare che ha coinvolto 22 persone accusate di partecipare a questa truffa sofisticata sui Titoli di efficienza energetica, il filone torinese del caso sta giungendo alla sua conclusione. Recentemente quattro amministratori delle società coinvolte hanno patteggiato pene fino a 2 anni e mezzo di carcere, alcune delle quali sono state sospese condizionalmente o convertite in lavori di pubblica utilità.Durante l’indagine dei finanzieri tra il 2018 e il 2021 sono stati individuati oltre 300 mila certificati acquistati e venduti sulla borsa valori gestita dal Gse, oltre a più di mille progetti risultati essere fittizi. Le accuse ipotizzate includono associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per ottenere finanziamenti pubblici, riciclaggio, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta. Il processo ha già visto alcuni imputati giudicati con rito abbreviato o patteggiare.Nel processo attualmente in corso davanti al giudice Stefano Sala i principali responsabili della truffa sono accusati di frode fiscale, mentre i prestanome impiegati come amministratori delle società rispondono dell’accusa di concorso in truffa. Questi soggetti avrebbero costituito le energy company e si sarebbero occupati dell’accreditamento presso il Gse in cambio dell’equivalente di uno stipendio mensile. Una singola entità ha accumulato oltre 12mila certificati bianchi venduti per oltre 3 milioni di euro sulla borsa del gestore.Altri quattro individui sono accusati di frode fiscale e occultamento dei documenti contabili, avendo generato un debito significativo con l’agenzia di riscossione. Il giudice ha accolto l’eccezione sollevata da alcuni legali riguardante l’incompetenza territoriale e ha trasferito il caso al tribunale di Aosta dove era stata avviata l’indagine iniziale.

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