Trump annuncia nuove tariffe sui semiconduttori e all’Ue arriva la risposta: No a scudi doganali

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Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha appena annunciato che nei prossimi giorni presenterà una proposta di nuovi dazi sui semiconduttori, seguendo il solco tracciato dalle precedenti misure punitive applicate all’acciaio, alluminio e automobili. Secondo le fonti ufficiali, queste nuove tariffe entreranno in vigore a breve, dando continuità alla politica commerciale ambiziosa intrapresa dal Presidente.Quanto agli aspetti tecnici, la novità più interessante è l’impianto di dazi su una delle merci più strategiche per il settore industriale: i semiconduttori. Questo tipo di prodotto rappresenta infatti un componente fondamentale per molti dei dispositivi elettronici di base, nonché per le tecnologie del futuro. I paesi coinvolti nelle nuove misure fiscali sono diversi, ma il fattore comune è sempre l’approccio difensivo della politica commerciale statunitense. Secondo fonti ufficiali, ciò che preoccupa i vertici di Washington non è solo la perdita di mercato e quindi anche le prospettive future per le imprese americane sul territorio nazionale.Le nuove misure fiscali del Presidente dovrebbero quindi far emergere alcune questioni spinose. Il primo quesito da porsi si riferisce alla reazione dell’Unione Europea, giunta a sostegno delle strategie di Washington con un documento firmato per garantire una risposta comune alle imposizioni fiscali americane.A supporto di questa scelta sono le parole del Commissario europeo alla commercio, Cecilia Malmstrom: “La Commissione europea non ha intenzione di raccogliere l’accordo con gli Stati Uniti su un accordo sul commercio solo a causa delle minacce. Gli Stati Uniti hanno preso la decisione di aumentare le tasse per i prodotti importati, ma questo comportamento deve essere risposto in modo chiaro e senza scoraggiare il dialogo.”.L’Unione Europea è l’unica ad aver espresso un quadro preciso sulla reazione alle imposizioni fiscali americane. Ma ciò che sembra essere più probabile, per ora, sono le divergenze tra Washington e Bruxelles sull’accordo sugli accordi commerciali.Un ulteriore quesito riguarda i paesi di origine dei prodotti oggetto delle nuove tasse, con particolare riferimento alla Cina. Ecco come si è espresso il Commissario europeo in materia di commercio: “La Commissione europea ha deciso di aumentare le importazioni e la vendita di dispositivi per l’elettronica. I prodotti più interessanti da questo punto di vista, che sono quelli con i prezzi più bassi ma anche le maggiori possibilità di guadagno per il paese che li produce, sono quelli per l’automobile elettrica”.Secondo alcune fonti ufficiali, quindi, queste nuove tasse servirebbero a proteggere i prodotti nazionali dagli attacchi della concorrenza esterna, ma in realtà il paese è ben lontano dal raggiungere gli obiettivi di mercato che si è prefisso.

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