Il 10 settembre è stata fissata l’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza di Milano per decidere sulla richiesta dei legali di far uscire dal carcere Renato Vallanzasca, detenuto da più di 50 anni e con “fine pena mai”, per motivi di salute. I suoi difensori, Corrado Limentani e Paolo Muzzi, hanno depositato l’istanza a luglio dopo che era stato concesso a Vallanzasca il ritorno ai permessi premio per dodici ore in una comunità terapeutica. Durante l’udienza verrà discussa la richiesta di differimento della pena con detenzione domiciliare in una struttura di cura nel Veneto, individuata dagli avvocati. I medici del carcere milanese di Bollate hanno evidenziato che l’ambiente carcerario non fornisce le cure e gli stimoli cognitivi necessari a Vallanzasca, affetto da un decadimento mentale irreversibile. Pertanto si propone il suo trasferimento in un ambiente residenziale protetto dove possa ricevere le cure adeguate. Gli avvocati puntano su relazioni mediche che confermano il quadro cognitivo e comportamentale deficitario dell’ex boss della banda della Comasina. Nel frattempo, un imprenditore e volontario è stato nominato amministratore di sostegno in un procedimento civile, diventando una figura importante nella vita di Vallanzasca durante questo periodo delicato.
Udienza per decidere sulla richiesta di detenzione domiciliare per Renato Vallanzasca
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