Valutare attentamente la possibilità di posticipare le manifestazioni a sostegno della Palestina, per evitare tensioni e garantire la sicurezza.

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26 gennaio 2024 – 10:14

Il 27 gennaio, Giorno della memoria, è stato proposto di valutare lo spostamento delle manifestazioni pro Palestina. Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha invitato i questori a considerare di spostare le manifestazioni previste per sabato prossimo a un’altra data, in particolare a Roma e Milano. L’obiettivo è garantire la libertà di manifestazione, ma allo stesso tempo rispettare il valore attribuito alla Giornata della memoria. Infatti, tenere tali manifestazioni nel giorno in cui si commemorano le vittime dell’Olocausto potrebbe ledere alcuni valori sanciti dalla legge, come la commemorazione della Shoah.Il capo della polizia, Vittorio Pisani, ha sottolineato che per le manifestazioni di sabato saranno prese misure di prevenzione e sicurezza adeguate, considerando la persistente minaccia terroristica. La comunità ebraica di Roma si è mostrata soddisfatta del divieto del corteo promosso da studenti palestinesi che avevano utilizzato parole di Primo Levi. Il presidente Victor Fadlun ha ringraziato le istituzioni e il Ministero dell’Interno per aver riconosciuto le loro ragioni e ha definito la decisione giusta e sensata.Nel frattempo, alla chiusura dell’evento ‘Giornata della memoria 2024 per non dimenticare’ presso l’ateneo Roma Tre, due studentesse hanno preso la parola polemicamente. Hanno sollevato la questione su perché il corteo del 27 gennaio dovrebbe essere un problema e hanno fatto riferimento a quanto sta accadendo a Gaza, paragonandolo a quanto avvenuto nel ghetto di Varsavia. Hanno espresso la volontà di sostenere i palestinesi che stanno vivendo un genocidio, evidenziando che sono stati sterminati 20mila civili.Durante il discorso delle studentesse, il presidente della comunità ebraica di Roma, Fadlum, aveva appena preso la parola. Egli ha dichiarato che considerare autorizzare un corteo antisemita che utilizza le parole di Primo Levi come arma contro di loro è un mondo capovolto. Ha fatto riferimento al tragico risveglio del 7 ottobre e alla facilità con cui si può negare l’Olocausto. Ha sottolineato che gli ebrei non hanno più paura come ai tempi dei rastrellamenti e che non si nasconderanno né rimarranno in silenzio.Secondo Nando Tagliacozzo, testimone della Shoah, la manifestazione contro l’antisemitismo promossa dalla Comunità ebraica di Roma lo scorso 5 dicembre avrebbe dovuto essere organizzata dal mondo civile e dalla politica per rassicurare gli ebrei anziché essere promossa da loro stessi. Anche Irene Shashar, sopravvissuta all’Olocausto, ha affermato che dopo il 7 ottobre è tornato l’antisemitismo e gli ebrei oggi hanno nuovamente paura di vivere in Europa. Ha ribadito che quando si diceva “mai più” si intendeva veramente “mai più”, ma purtroppo si trovano ancora qui a difendere le proprie vite.

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