lunedì 8 Settembre 2025
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Arresto a Padova: Spaccio, Migrazione e Ritorno in Egitto

Un ventenne di origine egiziana, in attesa di riconoscimento della protezione internazionale e con una pregressa storia di coinvolgimento in attività illecite legate alla sostanze stupefacenti, è stato arrestato a Padova dalla Polizia di Stato per detenzione e spaccio di cocaina.

L’arresto, culminazione di un’indagine mirata, ha interrotto una dinamica di micro-spaccio che si svolgeva nel tessuto urbano.
L’uomo è stato sorpreso durante una cessione di stupefacente a una donna, in cambio di una somma di denaro di lieve entità.

L’episodio, apparentemente marginale, si inserisce in un quadro più ampio di reiterati comportamenti illegali.
Il suo percorso migratorio è iniziato un anno fa con l’approdo a Lampedusa, punto di convergenza di rotte migratorie complesse e spesso drammatiche.
Subito dopo il trasferimento a Padova, nel luglio 2024, era già stato fermato e arrestato con l’accusa simile, in un contesto di controlli urbanistici e di identificazione della popolazione.
Durante quell’episodio precedente, i poliziotti lo trovarono in possesso di somme di denaro contante, presumibilmente derivanti dall’attività di spaccio.
L’ammontare complessivo, stimato in circa 1540 euro, suggerisce un’organizzazione più strutturata di quanto inizialmente ipotizzato, sollevando interrogativi sulle reti di supporto che potrebbero essere coinvolte.

Nonostante l’applicazione, in seguito al primo arresto estivo del 2024, della misura cautelare del divieto di dimora a Padova, un provvedimento volto a limitare la sua capacità di operare nella città, l’egiziano ha continuato a risiedere a Padova, violando così le disposizioni imposte.

La persistenza nel territorio, nonostante il divieto, evidenzia una complessa interazione tra fragilità migratoria, assenza di prospettive occupazionali e spinte verso attività illegali.

Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Padova ha disposto la custodia cautelare in carcere per nove mesi, una decisione che riflette la gravità delle accuse e la necessità di tutelare la sicurezza pubblica.
La Questura, in collaborazione con il Servizio Immigrazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha attivato la procedura per l’allontanamento dal territorio nazionale, richiedendo e ottenendo la riserva di un posto in un Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR).

Il Questore, Marco Odorisio, ha disposto il trasferimento del giovane nel CPR di Palazzo San Gervasio a Potenza, dove sarà trattenuto in attesa delle procedure di espulsione.

L’azione mira a garantire l’effettiva applicazione della legge e a interrompere il ciclo di reati che hanno caratterizzato la sua presenza in Italia, sollevando al contempo riflessioni più ampie sulla gestione dei flussi migratori, l’integrazione e la prevenzione della criminalità.

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