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domenica 2 Novembre 2025

Belluno: Propaganda Fascista in Istituto, Studenti in Rabbia

Un’eco inquietante si è levata all’interno dell’Istituto ITIS Segato di Belluno e nella rete degli studenti medi locali: la comparsa di materiale propagandistico che esalta il fascismo, emerso durante la recente campagna elettorale studentesca per la rappresentanza d’istituto, ha generato un profondo scompiglio e un’ondata di indignazione.
Questo episodio, lungi dall’essere un semplice “incidente”, si configura come una ferita aperta nel tessuto educativo di una comunità che dovrebbe incarnare i valori della democrazia e del rispetto.

L’episodio trascende la mera contestazione politica; si tratta di un attacco diretto ai principi costituzionali che fondano la Repubblica Italiana.

L’apologia del fascismo, espressamente vietata dalla legge Scelba del 1952, non può essere tollerata, soprattutto in un contesto come quello scolastico, che ha il dovere imprescindibile di promuovere una cultura della memoria e dell’antifascismo, valori nati dalla Resistenza e consacrati nella Costituzione.

La scuola non è un luogo neutro, ma un baluardo contro l’oblio e l’indifferenza, un laboratorio di cittadinanza attiva e responsabile.
L’assenza di una risposta tempestiva e significativa da parte dell’istituzione scolastica amplifica la gravità del fatto.
Il silenzio, in questi casi, non può essere interpretato come neutralità, bensì come una potenziale legittimazione di comportamenti e idee che dovrebbero essere categoricamente condannati.
L’istituzione ha la responsabilità di intervenire con fermezza, non solo per punire i responsabili, ma soprattutto per educare alla consapevolezza e alla comprensione del passato, affinché simili episodi non si ripetano.

È fondamentale comprendere che l’espressione di idee, per quanto discutibili, non può mai giustificare l’apologia di un regime totalitario che ha negato i diritti fondamentali dell’uomo, perseguitato minoranze e causato immani sofferenze.

Dietro questa manifestazione si celano spesso una pericolosa ingenuità e una scarsa comprensione della complessità storica, che richiedono un’azione educativa mirata e approfondita.
Gli studenti, con la loro denuncia, sollevano una questione cruciale: la scuola non può delegare ad altri la difesa dei propri valori.
Essa deve essere protagonista di un percorso di educazione civica che promuova il pensiero critico, la capacità di analisi e la consapevolezza dei propri doveri di cittadini.
La memoria storica non è un monito del passato, ma una guida per il futuro, uno strumento indispensabile per costruire una società più giusta, libera e democratica.
La vigilanza costante e la partecipazione attiva di studenti, docenti e genitori sono essenziali per preservare la centralità dei valori repubblicani e per contrastare ogni forma di intolleranza e discriminazione.

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