lunedì 18 Agosto 2025
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Chikungunya: Terzo Caso Autoctono a Verona, Allarme in Veneto

La rilevazione di un terzo caso autoctono di virus Chikungunya in Veneto, specificamente a Verona, solleva interrogativi importanti sulla persistenza e l’evoluzione della trasmissione di questo patogeno in Italia.
Il paziente, un uomo di 69 anni, ha manifestato i classici sintomi – febbre, eruzioni cutanee e intensi dolori articolari – a partire dall’8 agosto, sintomi che hanno innescato la segnalazione al Pronto Soccorso e la successiva conferma diagnostica da parte del laboratorio di riferimento regionale e dell’Unione Europea, situato presso l’Azienda Ospedale Università di Padova.

Questo episodio si inserisce in un contesto allarmante, considerando che si tratta del terzo caso di trasmissione locale registrato in Veneto, suggerendo una potenziale stabilizzazione del vettore (principalmente la *Aedes albopictus*, la zanzara tigre) e una conseguente capacità di trasmettere il virus all’interno del territorio nazionale.

Il fatto che i tre casi siano correlati geograficamente e temporaneamente, se confermato dagli approfondimenti in corso, potrebbe indicare la presenza di un focolaio localizzato e persistente.
L’indagine epidemiologica, condotta dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’ULSS 9, ha immediatamente focalizzato l’attenzione su potenziali aree di esposizione alla zanzara infetta, individuando un’area di confine tra Negrar di Valpolicella e Verona.

L’immediata implementazione di interventi di disinfestazione straordinaria in quest’area, estesi poi al quartiere di residenza del paziente, testimonia la rapidità e l’efficacia della risposta delle autorità sanitarie.

Tuttavia, la presenza ripetuta del virus suggerisce che le misure di controllo vettoriale devono essere continue e rafforzate, considerando l’adattabilità e la resilienza della *Aedes albopictus*.
Oltre all’identificazione dei focolai di trasmissione, l’indagine include un’ampia ricerca di sieroprevalenza attraverso test sierologici.
Questi test, rivolti a individui che hanno manifestato sintomi compatibili con l’infezione, sono cruciali per ricostruire la storia della trasmissione del virus nella regione e per stimare la reale portata dell’infezione, spesso sottostimata a causa della natura autolimitante della malattia e della scarsa consapevolezza nella popolazione.
La situazione attuale richiede un approccio integrato che comprenda, oltre alle misure di disinfestazione, una maggiore sensibilizzazione della popolazione sull’importanza di ridurre le aree di riproduzione delle zanzare, eliminando ristagni d’acqua in giardini, balconi e aree circostanti.
Inoltre, è fondamentale intensificare i programmi di sorveglianza entomologica per monitorare la presenza del virus nelle zanzare e valutare l’efficacia delle misure di controllo.
La persistenza del virus Chikungunya in Italia non è solo un problema sanitario, ma anche un campanello d’allarme riguardo ai cambiamenti climatici, che favoriscono l’espansione di vettori di malattie infettive verso nuove aree geografiche.

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