Mestre si destava questa mattina con l’avvio di un’operazione di rimozione che segna la conclusione di un capitolo artistico e urbanistico significativo. L’imponente scultura “Lion’s Tail”, opera iconica del celebre duo Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen, viene smontata e dismessa dalla facciata dell’Emeroteca dell’Arte in via Poerio. Un’azione che, pur nella sua natura logistica, riapre un dibattito più ampio sulla natura effimera dell’arte pubblica e il suo rapporto con il tessuto urbano.L’installazione, originariamente concepita come opera provvisoria nel 1999, aveva inizialmente adornato la facciata del Museo Correr, affacciata sull’imponente Piazza San Marco, per un breve periodo. La scelta del luogo, a pochi passi dal cuore storico e artistico di Venezia, fu un gesto simbolico: una sfida giocata tra il passato monumentale e l’audacia contemporanea. La “Coda di Leone”, con le sue dimensioni colossali e la sua forma giocosa, creava un contrasto inatteso, stimolando riflessioni sul ruolo dell’arte nella sfera pubblica e sul suo potere di dialogo con il patrimonio culturale.Dopo un lungo periodo di “riposo” nei depositi della Fondazione dei Musei Civici, la scultura è stata temporaneamente riportata in superficie, trovando nuova collocazione presso l’Emeroteca dell’Arte. Questo ritorno, durato sette mesi, ha contribuito a ridefinire l’identità del centro culturale della terraferma, proiettandolo verso un’immagine più dinamica e contemporanea. L’opera, pur nella sua natura transitoria, si è trasformata in un punto di riferimento visivo, un catalizzatore di attenzione e un elemento distintivo del paesaggio urbano.La decisione di rimuovere l’opera segna non solo la fine di un’esposizione temporanea, ma anche l’occasione per interrogarsi sul significato dell’arte pubblica e sulla sua capacità di generare senso e coinvolgimento nella comunità. La “Coda di Leone”, con la sua storia travagliata e i suoi molteplici spostamenti, rappresenta un esempio emblematico di come l’arte possa trascendere i confini fisici e temporali, continuando a stimolare la riflessione e l’interpretazione, anche dopo la sua rimozione dal contesto originario. La sua scomparsa lascia uno spazio vuoto, ma anche la promessa di nuove forme espressive e interpretazioni artistiche che possano arricchire ulteriormente il panorama culturale di Mestre.
Coda di Leone: Mestre dice addio a un’icona effimera.
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