Nel corso di un’intensificata azione di prevenzione e contrasto alla microcriminalità, le pattuglie del Nucleo Operativo e Mobilità (N.O.
R.
M.
) della Compagnia Carabinieri di Padova hanno effettuato due distinte operazioni che sollevano interrogativi complessi sulla sicurezza urbana e la delicata questione della tutela dei minori.
La prima operazione, avvenuta in un contesto notturno a Prato della Valle, ha portato all’identificazione e al controllo di un minore, trovato in possesso di un coltello a serramanico con una lama di 6,5 centimetri, abilmente nascosto all’interno di una calzatura.
Accanto al coltello, durante la perquisizione, sono state rinvenute sostanze stupefacenti: 0,75 grammi di marijuana e 0,53 grammi di hashish, accuratamente celati all’interno di una tasca del giubbotto.
Il minore, in seguito alla scoperta, è stato sottoposto a sanzione amministrativa e segnalato all’autorità prefettizia di Padova, con conseguente sequestro del materiale rinvenuto.
Successivamente, nello stesso contesto operativo e con l’obiettivo di monitorare aree ad alta densità abitativa e frequentate, le stesse pattuglie hanno fermato, in via Lisbona, un giovane a bordo di un veicolo con altri tre individui.
Durante la perquisizione del veicolo e dei suoi occupanti, è emerso che uno di loro nascondeva un coltello pieghevole con una lama di 15 centimetri, di cui 7 rappresentati dalla lama stessa, celato nella tasca sinistra del giubbotto.
Le azioni di entrambi i giovani hanno comportato la denuncia all’Autorità Giudiziaria per il reato di porto abusivo di armi, un’infrazione che, al di là della sua gravità intrinseca, pone interrogativi profondi sulle dinamiche sociali che possono portare un giovane a procurarsi e trasportare un’arma da taglio.
È fondamentale sottolineare, in questa fase preliminare del procedimento giudiziario, che gli individui denunciati godono della presunzione di non colpevolezza, sancita dal principio cardine del diritto alla difesa.
Il procedimento è infatti ancora in fase di indagini preliminari, durante le quali l’accusa deve fornire prove concrete a sostegno delle proprie contestazioni.
Questi episodi, al di là della loro immediatezza, impongono una riflessione più ampia sulla necessità di rafforzare le strategie di prevenzione, focalizzandosi non solo sull’intensificazione dei controlli – che si dimostrano utili – ma anche sull’implementazione di programmi di sensibilizzazione e supporto educativo per i giovani, volti a promuovere la legalità, il rispetto delle regole e la risoluzione pacifica dei conflitti.
È altresì cruciale un coinvolgimento attivo delle famiglie e della comunità locale per offrire alternative costruttive e ridurre il rischio di devianza minorile.






