martedì 9 Settembre 2025
22.1 C
Venezia

Emergenza carceraria: Violenza e crisi nel sistema penitenziario italiano.

L’incidente verificatosi nella casa circondariale di Vicenza, recentemente portato alla luce dai sindacati di polizia penitenziaria, rappresenta un drammatico sintomo di una crisi sistemica che affligge il sistema carcerario italiano.
L’episodio, caratterizzato da un’escalation di violenza che ha coinvolto sia la popolazione detenuta che il personale di custodia, non è un evento isolato ma parte di una tendenza allarmante in rapida evoluzione.
Secondo la ricostruzione dei fatti, un detenuto, presumibilmente in stato di alterazione psico-fisica derivante dal consumo di alcolici di produzione illecita all’interno del carcere, ha aggredito un compagno di cella.
La situazione è degenerata ulteriormente con un attacco violento nei confronti degli agenti intervenuti, provocando gravi lesioni a uno di loro.
La gestione della crisi ha poi visto il detenuto responsabile appiccare un incendio nella sezione per detenuti a rischio, costringendo all’evacuazione dell’intero reparto a causa della pericolosità del fumo.
Leonardo Angiulli, della segreteria interregionale USPP Triveneto, sottolinea come simili episodi si verifichino con una frequenza sempre maggiore, evidenziando la necessità urgente di un intervento risolutivo.
La realtà della casa circondariale di Vicenza, e per estensione di molti altri istituti penali italiani, è la manifestazione di un profondo disagio, derivante da una combinazione di fattori strutturali e gestionali.

Tra questi, si annovera la sovrappopolazione carceraria, che genera un clima di tensione e frustrazione tra i detenuti, rendendo più difficile il controllo e la gestione del comportamento.

La carenza di personale, la formazione inadeguata degli agenti, la limitata disponibilità di attività formative e riabilitative, e le difficoltà nell’accesso alle cure psichiatriche rappresentano ulteriori elementi che contribuiscono a esacerbare la situazione.

L’utilizzo di alcolici di contrabbando all’interno del carcere è un segnale di un sistema di controllo inefficace, che apre la strada a dinamiche devianti e pericolose.

La conseguente escalation di violenza non è solo una questione di sicurezza, ma riflette una profonda crisi umanitaria e sociale.
È imperativo che le istituzioni, a partire dal Ministero della Giustizia, adottino misure concrete e tempestive per affrontare le cause profonde di questa crisi.

Ciò implica non solo un aumento delle risorse economiche e del personale, ma anche una riforma radicale del sistema penitenziario, orientata alla riabilitazione, alla prevenzione della recidiva e al rispetto della dignità umana, sia dei detenuti che del personale penitenziario.

Ignorare la gravità della situazione significherebbe condannare il sistema a un continuo deterioramento e ad un aumento esponenziale dei rischi per la sicurezza pubblica.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -