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mercoledì 19 Novembre 2025

Escursionista ritrovato: tragedia sul Monte Caviojo

La montagna, custode silenziosa di storie e segreti, ha restituito al suo seno un escursionista veneziano di 67 anni, la cui scomparsa aveva scatenato una complessa operazione di ricerca nelle impervie zone del Monte Caviojo, a dominare il territorio di Arsiero, in provincia di Vicenza.
La scomparsa, segnalata in tarda serata, ha innescato un meccanismo di intervento coordinato, una rete di soccorso che ha visto convergere forze specializzate e volontari, testimonianza dell’importanza cruciale della preparazione e della resilienza in un ambiente alpino tanto suggestivo quanto inospitale.
L’allarme era scattato quando la mancanza di segnale telefonico, una circostanza sempre più rilevante nell’era della comunicazione ubiqua, ha generato la prima ondata di preoccupazione.
L’individuazione dell’autovettura, strategicamente parcheggiata all’imbocco dei sentieri, nei pressi della piccola e isolata Chiesetta di San Rocco, ha immediatamente focalizzato le ricerche.
La macchina dei soccorsi si è attivata con precisione, mobilitando Soccorso Alpino, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Carabinieri e Protezione Civile, ciascuno con competenze specifiche per affrontare le sfide poste dal terreno e dalle condizioni atmosferiche.
La prima fase delle ricerche, condotta durante la notte, si è rivelata particolarmente complessa.
La fitta rete sentieristica del Monte Caviojo, avvolta da un manto di nebbia bassa che riduceva drasticamente la visibilità, ha reso arduo l’avanzamento delle squadre a terra.

La conferma della presenza dell’escursionista sul libro del Bivacco del Caviojo, pur offrendo un punto di riferimento, non ha permesso di chiarire le ragioni della sua assenza dal percorso prestabilito.
L’alba ha portato con sé una svolta significativa.

La progressiva dissoluzione delle nuvole ha consentito l’intervento di un elicottero dell’Aeronautica Militare, equipaggiato con il sofisticato sistema Artemis, progettato per localizzare segnali telefonici anche in aree di scarsa copertura.
Questa tecnologia, applicata con efficacia, ha fornito un valido supporto alle squadre a terra, guidandole verso la zona cruciale.

Ulteriori rinforzi, provenienti da tutta l’11/a Delegazione Prealpi Venete, si sono uniti alle operazioni, ampliando la capacità di ricerca e la copertura del territorio.
La ripresa dei voli con i droni dei Vigili del Fuoco ha poi portato alla scoperta, sotto la Cima Neutra, uno zaino, preludio alla tragica scoperta del corpo senza vita dell’escursionista.

Le operazioni di recupero della salma, delicate e complesse, sono attualmente in corso, coinvolgendo personale specializzato e mezzi adeguati per affrontare il terreno impervio.
L’episodio solleva interrogativi importanti sulla sicurezza in montagna, sull’importanza della preparazione fisica e tecnica degli escursionisti, e sull’utilizzo di tecnologie avanzate per la prevenzione e il soccorso.

La montagna, pur offrendo panorami mozzafiato e opportunità di contatto con la natura, richiede rispetto e prudenza, ricordandoci costantemente la sua forza incommensurabile e la fragilità umana.
La comunità, profondamente addolorata, si stringe attorno alla famiglia dell’escursionista, invocando la memoria di un uomo che ha amato la montagna, ma che l’ha anche, purtroppo, persa.

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