Un’ombra si è allungata sul patrimonio religioso del trevigiano, con l’identificazione e l’arresto di un uomo di 42 anni, originario di Venezia, sospettato di una serie di furti perpetrati all’interno di chiese della provincia.
L’indagine, condotta dai Carabinieri di Mogliano Veneto, si è concretizzata con la sua individuazione in prossimità del Santuario Santa Maria delle Grazie a Preganziol, dove un comportamento circospetto e anomalo aveva destato i sospetti delle forze dell’ordine.
La perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire un’armamentario di strumenti da scasso: due cacciaviti di dimensioni considerevoli, una chiave inglese regolabile, strumenti che suggeriscono una pianificazione metodica e una certa abilità nell’eludere i sistemi di sicurezza.
La presenza di monete appena sottratte dalla cassetta delle offerte del santuario ha fornito la prova tangibile del reato in flagranza.
L’indagine non si è limitata a questo arresto.
Un’accurata ricostruzione degli eventi, basata sull’analisi meticolosa dei sistemi di videosorveglianza, l’incrocio dei dati provenienti dai controlli del territorio e le testimonianze raccolte tra i cittadini, ha permesso di collegare l’uomo a ulteriori quattro furti commessi tra maggio e giugno dello stesso anno.
Le intrusioni, avvenute all’interno della chiesa parrocchiale di Preganziol, miravano specificamente al denaro contenuto nelle cassette delle offerte, rivelando un’apparente focalizzazione sull’accumulo di piccole somme.
Questo caso solleva interrogativi sulla vulnerabilità del patrimonio culturale e religioso, evidenziando la necessità di rafforzare le misure di sicurezza e di sensibilizzare la comunità locale alla vigilanza.
L’arresto rappresenta un passo importante, ma l’indagine dovrà proseguire per accertare eventuali complici e per comprendere le motivazioni alla base di questi atti vandalici e di depredazione, che colpiscono non solo il valore economico delle offerte, ma anche il senso di sacralità e di fiducia all’interno della comunità religiosa.
La vicenda, inoltre, pone l’attenzione sulla complessità delle dinamiche criminali che possono colpire luoghi di culto, richiedendo un approccio multidisciplinare che coinvolga forze dell’ordine, istituzioni religiose e la cittadinanza.