Un’immagine potente, intrisa di malinconia e rispetto, ha invaso i canali social di Milo Manara.
Non si tratta di una semplice illustrazione, ma un ritratto simbolico: un carabiniere in divisa, figura di rigore e dedizione, si staglia su una composizione sfumata che evoca i volti di una madre e di un figlio.
Un’opera che trascende la mera rappresentazione visiva, divenendo un toccante omaggio ai caduti e ai feriti dell’attacco avvenuto questa mattina a Castel D’Azzano, nel cuore della Bassa Veronese.
Milo Manara, artista veronese di fama internazionale, noto per la sua capacità di fondere realismo e sensualità, ha scelto di abbandonare temporaneamente il suo stile inconfondibile per esprimere un sentimento di profonda commozione.
L’opera, apparentemente semplice nella sua composizione, racchiude un’eco di dolore collettivo, un grido silenzioso contro la violenza che ha spezzato la serenità di una comunità.
Nato a Luson, in Alto Adige, Manara ha traslocato in giovane età a Verona, città che ha saputo plasmare la sua identità artistica e personale.
L’attaccamento al territorio è palpabile in ogni sua creazione, e in questo caso si traduce in un gesto di vicinanza alla popolazione veronese, duramente colpita dalla tragedia.
L’artista, residente da anni a Sant’Ambrogio di Valpolicella, un luogo simbolo della tradizione vitivinicola e della quiete rurale, ha voluto sottolineare il contrasto tra la vita pacifica di questa terra e la drammatica irruzione della violenza.
L’immagine, che non offre interpretazioni esplicite ma stimola la riflessione, si configura come un simbolo universale del sacrificio e del coraggio, ma anche del dolore e della fragilità umana.
La presenza sfumata della madre e del figlio allude al futuro interrotto, alle famiglie distrutte, alle speranze infrante.
Il ritratto del carabiniere, con la sua postura eretta e il suo sguardo determinato, incarna la resilienza, il dovere e il valore del servizio allo Stato.
L’atto di Manara va oltre l’espressione del cordoglio; è un monito, un invito a non dimenticare, a coltivare la memoria di chi ha perso la vita e a proteggere i valori di pace e sicurezza che fondano la nostra società.
Un gesto artistico di grande valore umano, capace di connettere l’individuo alla collettività e di elevare l’arte a strumento di consolazione e di speranza.
L’opera, diffusa rapidamente online, ha generato un’ondata di solidarietà e commozione, testimoniando la forza dell’arte nel momento del lutto e della ripartenza.






