La giovane ricercatrice Maria Basso, 28 anni e affiliata all’Università di Padova, si è distinta con il prestigioso premio “Young Researcher of the Year” nell’ambito dell’Eni Award, riconoscimento per la sua tesi di dottorato intitolata “Soluzioni a base di ossidi per applicazioni nell’energia pulita”.
La cerimonia di premiazione, presieduta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella presso il Quirinale, ha celebrato un lavoro di ricerca che promette di apportare contributi significativi nel panorama della transizione energetica globale, con un montepremi di 25.000 euro.
La ricerca di Basso si articola attorno a tre tecnologie innovative, convergenti nell’obiettivo di rispondere a pressanti sfide ambientali ed energetiche.
Queste soluzioni spaziano dalla progettazione di finestre termocromiche, capaci di modulare attivamente l’ingresso di radiazione solare e ridurre il fabbisogno energetico degli edifici, allo sviluppo di sensori di idrogeno ad alta sensibilità e a basso impatto ambientale, fino alla creazione di rivestimenti idrocondensanti ispirati alla bio-ingegneria.
Le finestre termocromiche, fulcro di una delle linee di ricerca, rappresentano un esempio concreto di come i materiali avanzati possano contribuire all’efficienza energetica passiva degli edifici.
Attraverso l’impiego di sottili pellicole di biossido di vanadio, queste superfici si adattano automaticamente alle variazioni di temperatura e luminosità, ottimizzando il comfort interno e minimizzando la necessità di sistemi di climatizzazione artificiale.
Questa capacità di autoregolazione non solo diminuisce i consumi energetici ma contribuisce anche a ridurre le emissioni di gas serra, promuovendo un approccio sostenibile all’edilizia.
Un’altra innovazione cruciale è rappresentata dai sensori di idrogeno.
La sicurezza nell’utilizzo dell’idrogeno come vettore energetico pulito è una priorità, e la ricerca di Basso ha affrontato questa sfida sviluppando sensori ad alta selettività e operanti a basse temperature, grazie a un trattamento laser innovativo del biossido di vanadio.
Questa caratteristica permette di rilevare anche basse concentrazioni di idrogeno in modo preciso e affidabile, aprendo la strada a nuove applicazioni nel settore dei trasporti e dell’accumulo di energia.
Infine, i rivestimenti idrocondensanti, ispirati alla superficie delle zampe del coleottero *Stenocara gracilis* che prospera nel deserto del Namib, dimostrano l’importanza di trarre ispirazione dalla natura per risolvere problemi ingegneristici.
La capacità di questi insetti di estrarre l’acqua dall’aria, anche in condizioni di estrema aridità, è stata riprodotta attraverso l’utilizzo di pellicole a base di silice.
Questa tecnologia offre un potenziale rivoluzionario per la raccolta di acqua potabile in aree aride e per la riduzione della dipendenza da fonti idriche tradizionali, contribuendo alla sicurezza idrica globale.
Il lavoro di Maria Basso incarna un approccio interdisciplinare e orientato alla soluzione di problemi concreti, consolidando il suo ruolo di giovane ricercatrice di spicco nel panorama scientifico italiano e internazionale.