La vicenda, sollevata nuovamente dalle pagine di “Chi l’ha visto?” e ripresa dalla stampa locale, si configura come un intricato puzzle genealogico, intriso di mistero e segreti che si perdono nel tempo.
Al centro, la ricerca di un uomo, oggi sessantacinque anni, figlio di un guianese, Malcom, scomparso durante la pandemia di COVID-19, mai formalmente riconosciuto dal padre.
La storia affonda le sue radici in un’esperienza fugace, una relazione clandestina tra l’uomo guianese e una giovane donna triestina, consumatasi a Londra.
Il frutto di quell’incontro, nato a Trieste nel 1958, è il protagonista di questa ricerca incessante.
La trasmissione televisiva, che aveva già affrontato la questione quattro anni prima, ha riproposto il caso, aggiornandolo con la nuova pista di Padova, accendendo nuovamente la speranza di una risoluzione.
Il Corriere del Veneto ha contribuito a diffondere la notizia, amplificando la portata dell’appello lanciato dalla moglie, residente in Svezia.
Il nodo cruciale della vicenda risiede nell’identità della madre, una figura avvolta nel mistero.
Il suo nome e cognome rimangono sconosciuti, rendendo la ricostruzione genealogica un’impresa ardua.
Le poche tracce a disposizione si limitano a frammenti di memoria: alcune fotografie dei primi mesi di vita del bambino, sbiadite dal tempo, e un nome scritto a mano sul retro di una di queste immagini, che potrebbe essere “Michele” o “Michael”.
Le ipotesi sull’attuale posizione geografica della madre sono molteplici.
Si ipotizza un trasferimento in un’altra città, con Padova che emerge come una potenziale destinazione.
Non si esclude nemmeno la possibilità che il bambino sia stato affidato ad una famiglia adottiva, una circostanza che complicherebbe ulteriormente le indagini.
Un’altra incognita riguarda la veridicità dei ricordi di Malcom, il padre, che potrebbero essere distorti o incompleti a causa del tempo trascorso e di possibili traumi vissuti.
L’aspetto finanziario assume un ruolo significativo nella vicenda: in gioco vi è un’eredità che, stando a quanto riferito dalla moglie, deve essere reclamata entro una scadenza precisa, fissata al 31 dicembre.
Questa urgenza temporale aggiunge un senso di drammaticità alla ricerca, spingendo le autorità e i media a intensificare gli sforzi per trovare il figlio scomparso e risolvere questo intricato mistero genealogico.
La vicenda pone interrogativi profondi sulla natura della paternità, dell’identità e del diritto all’eredità, illuminando le zone d’ombra di relazioni segrete e destini incrociati.








