Un residente di Monselice, nel Padovano, si trova attualmente in prognosi riservata presso l’ospedale di Padova, vittima del virus del Nilo Occidentale.
L’episodio ha immediatamente innescato una risposta sanitaria e ambientale mirata a contenere la potenziale diffusione della malattia nella sua area di residenza.
Un intervento di disinfestazione straordinaria è stato prontamente attivato, concentrandosi su un’ampia porzione di fossati – estesa per circa 12 chilometri – attraverso l’impiego di prodotti antilarvali, al fine di ridurre drasticamente le popolazioni di zanzare competenti, vettori del virus.
Questo caso rappresenta il terzo rilevato all’interno dell’Unità Locale di Salute (ULSS) 6 Euganea, un dato che, pur sollevando preoccupazione, non indica, al momento, la presenza di un focolaio definito.
A livello regionale, il Veneto ha complessivamente registrato 8 infezioni da West Nile dall’inizio del 2025.
La presentazione clinica delle infezioni è variabile: cinque pazienti hanno manifestato sintomi lievi, due hanno sviluppato una forma neuroinvasiva più grave, coinvolgendo il sistema nervoso centrale, e un caso è stato scoperto durante un controllo di screening preventivo su un donatore di sangue, evidenziando l’importanza cruciale della sorveglianza epidemiologica per la sicurezza trasfusionale.
L’esperto Fabrizio Montarsi, responsabile del Laboratorio di entomologia sanitaria dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, ha sottolineato come la dispersione geografica e temporale dei casi riscontrati finora non suggerisca la presenza di un cluster epidemico.
Questa caratteristica indica che le infezioni sono avvenute in contesti diversi e in momenti non coincidenti, rendendo difficile l’identificazione di una fonte comune di contagio.
Tuttavia, l’incidente sottolinea la persistente circolazione del virus nella regione e l’importanza di mantenere alta l’attenzione e di implementare misure di prevenzione, come la riduzione delle acque stagnanti, che favoriscono la riproduzione delle zanzare, e la protezione personale attraverso l’uso di repellenti.
La sorveglianza entomologica continua a essere fondamentale per monitorare le popolazioni di zanzare e la loro potenziale capacità di trasmettere il virus, consentendo di adottare strategie mirate per proteggere la salute pubblica.
Il caso del paziente padovano rappresenta un campanello d’allarme che invita a una maggiore vigilanza e alla prosecuzione degli sforzi per minimizzare il rischio di nuove infezioni.