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Perquisizioni a Padova: indagini su anarchici e messaggi provocatori

L’indagine della Digos di Padova ha portato, nelle prime ore del mattino, a perquisizioni domiciliari presso le abitazioni di tre figure di spicco all’interno di un contesto militante anarchico.

Le operazioni, disposte dalla Procura della Repubblica, fanno seguito alla comparsa, l’undici luglio, di graffiti e striscioni in città che veicolavano messaggi di critica nei confronti delle istituzioni giudiziarie e delle forze dell’ordine.

I contenuti delle scritte, apparsi in diverse aree urbane, assumevano un linguaggio esplicito e provocatorio.

Tra le frasi ricorrenti, una invocava la liberazione di Alfredo Cazzola, condannato al regime del 41-bis, definendolo una forma di tortura.
Altre espressioni denunciavano, con toni aspri, l’operato delle procure di Milano e Torino, accusandole di comportamenti “insani”.
In aggiunta, un messaggio di particolare virulenza incitava alla violenza nei confronti di Awad Mohamed Attia, corredato da un simbolo anarchico – tre “A” racchiuse in un cerchio – e un’allusione incendiaria rivolta alla polizia.

Le indagini, condotte con metodo rigoroso e avvalendosi di una complessa analisi di immagini registrate da telecamere di sorveglianza dislocate in tutto il territorio comunale, hanno permesso di isolare e identificare i presunti responsabili.

La mole di materiale video esaminato – un’impressionante quantità di dati – ha fornito elementi cruciali per ricostruire la dinamica degli eventi e collegare gli individui alle azioni contestate.
I soggetti coinvolti, già noti alle autorità per il loro attivo coinvolgimento in manifestazioni e iniziative di matrice anarchica, sono ora indagati per i reati di istigazione a delinquere e ricettazione, quest’ultimo relativo alla possibile provenienza dei materiali utilizzati per la realizzazione delle scritte.

L’indagine prosegue con l’obiettivo di accertare il ruolo specifico di ciascun indagato e di raccogliere ulteriori elementi per ricostruire il contesto e le motivazioni alla base di questi atti di contestazione.

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