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martedì 4 Novembre 2025

Polesine, prima vittima West Nile: muore Adriana Meneghelli

Nel cuore del Polesine, la provincia di Rovigo piange Adriana Meneghelli, 81 anni, residente a Castelmassa, la prima vittima confermata in Veneto per l’infezione da virus West Nile.
Il decesso, avvenuto in circostanze drammatiche, solleva un campanello d’allarme sulla persistente presenza del virus e sulla sua potenziale pericolosità, soprattutto in soggetti fragili.

La signora Meneghelli, come spesso accade in questi casi, conviveva con preesistenti condizioni di salute, fattori che probabilmente hanno contribuito all’esito infausto.

I primi segnali clinici, manifestatisi con febbre elevata e progressivo deterioramento neurologico, hanno richiesto un rapido intervento medico.
Il ricovero, avvenuto il 22 agosto presso l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo, ha portato alla diagnosi di una forma neuroinvasiva, la più grave tra quelle associate al virus West Nile.

Questa variante, caratterizzata dall’infiltrazione del virus nel sistema nervoso centrale, ha innescato un processo infiammatorio devastante, culminato in encefalite, un’infiammazione cerebrale potenzialmente letale.

La progressione della malattia è stata fulminante: la morte è sopraggiunta nel giro di sole 24 ore dal ricovero, testimoniando la rapidità con cui l’infezione può degenerare in una situazione critica.
La comunità locale è sotto shock, e il funerale, celebrato in questi giorni, ha rappresentato un momento di lutto e riflessione.
L’episodio riapre il dibattito sull’importanza della sorveglianza epidemiologica e delle misure di prevenzione in aree a rischio.
Il virus West Nile, trasmesso principalmente dalle zanzare, ciclicamente riemerge in Italia, sfruttando le condizioni ambientali favorevoli alla proliferazione dei vettori.
La presenza di specie di zanzare competenti, in grado di trasmettere il virus, e la circolazione del virus tra uccelli selvatici e zanzare, costituiscono un rischio costante.

La consapevolezza dei sintomi, che possono variare da lievi disturbi simil-influenzali a quadri neurologici gravi, e l’adozione di comportamenti responsabili per ridurre l’esposizione alle punture di zanzara (come l’utilizzo di repellenti, la rimozione di ristagni d’acqua e l’installazione di zanzariere) sono fondamentali per la protezione individuale e collettiva.
Inoltre, la corretta gestione degli allevamenti equini, anch’essi potenzialmente coinvolti nella catena epidemiologica, e la collaborazione tra istituzioni sanitarie e enti locali rappresentano elementi cruciali per un’efficace strategia di controllo del virus.
La vicenda di Adriana Meneghelli serve a ricordare la necessità di un impegno costante e coordinato per tutelare la salute pubblica e contrastare la diffusione di malattie infettive emergenti.

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