martedì 19 Agosto 2025
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Protocollo in Veneto per la tutela di tartarughe e cetacei spiaggiati

La Regione Veneto ha recentemente formalizzato un protocollo operativo, frutto di una complessa sinergia istituzionale e scientifica, dedicato alla gestione degli spiaggiamenti di fauna marina vulnerabile: tartarughe marine, in particolare esemplari di *Caretta caretta*, e cetacei.

Questo documento, destinato a un aggiornamento triennale per riflettere i progressi normativi e le nuove scoperte scientifiche, risponde a specifiche richieste dei Ministeri della Salute e dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, integrandosi nella Rete nazionale degli spiaggiamenti dei mammiferi marini e mirando a consolidare un approccio proattivo nella tutela della biodiversità costiera.
L’elaborazione del protocollo ha visto la partecipazione attiva di numerosi stakeholder, creando una rete di competenze multidisciplinari.

Università di Padova (Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione), Arpav, l’Ente Parco Naturale del Delta del Po, le Direzioni regionali competenti, i Comuni costieri, le Capitanerie di Porto, i musei naturalistici e i centri di recupero della fauna selvatica hanno contribuito alla sua definizione, dimostrando un impegno condiviso per la salvaguardia del patrimonio naturale veneto.
Questo sforzo si inserisce in un contesto più ampio, che include l’istituzione di un hub regionale dedicato alla fauna selvatica terrestre e marina nel Delta del Po e la partecipazione a progetti strategici di cooperazione transnazionale, come Interreg Poseidone, focalizzati sul monitoraggio e la conservazione degli ecosistemi marini.
Il protocollo in sé definisce una procedura dettagliata per la gestione degli spiaggiamenti di grandi vertebrati marini e per la protezione dei siti di nidificazione della tartaruga *Caretta caretta*.

La sua applicazione coinvolge enti governativi, enti pubblici, forze dell’ordine e organizzazioni non governative, promuovendo una risposta coordinata e efficiente.
Le azioni previste spaziano dalla mappatura e valutazione dei litorali idonei alla nidificazione, all’identificazione precisa delle aree scelte dalle tartarughe, fino alla segnalazione, sorveglianza e supporto per la schiusa delle uova.

Particolare attenzione è dedicata alla gestione degli esemplari vivi, con l’obiettivo primario di intervenire tempestivamente per il loro trasferimento in strutture specializzate, e alla corretta gestione delle carcasse, destinate a studi scientifici e smaltimento sicuro.

L’aumento dei ritrovamenti di tartarughe marine e, in misura minore, di delfini spiaggiati lungo le coste venete, soprattutto nel litorale tra Cavallino, Pellestrina e Chioggia, sottolinea l’urgenza di un intervento strutturato.
I dati raccolti evidenziano una tendenza in crescita, con un numero significativamente superiore di esemplari rinvenuti rispetto agli anni precedenti (12 esemplari vivi, 99 morti e 9 delfini dal 2025, contro 111 tartarughe morte e 8 delfini nel 2024 e 87 tartarughe morte e 12 delfini nel 2020).

L’assessore Cristiano Corazzari sottolinea come questo protocollo rappresenti uno strumento fondamentale per costruire una rete regionale in grado di rispondere prontamente ed efficacemente, combinando competenze scientifiche, sanitarie e operative, garantendo al contempo la sostenibilità delle attività di protezione, in armonia con le esigenze del settore della pesca.
La salvaguardia della fauna marina diventa quindi un elemento chiave per la resilienza e la valorizzazione del territorio veneto.

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