Un’operazione dei Carabinieri della Compagnia di Chioggia ha portato al sequestro di un ingente quantitativo di capesante sottomisura, un quintale, rivelando una problematica più ampia legata alla sostenibilità della pesca e alla tutela delle risorse marine nel territorio lagunare.
L’evento, che si inserisce in un contesto di controlli sempre più intensi per contrastare le irregolarità nel settore ittico, sottolinea la fragilità degli ecosistemi costieri e la necessità di un approccio più rigoroso nella gestione delle attività di prelievo.
I militari, impegnati in una campagna mirata a verificare la conformità dei prodotti ittici alla normativa vigente – con particolare attenzione alla tracciabilità e alla qualità – hanno rinvenuto il carico occulto sotto un telo in un’area scoperta all’interno del mercato ittico.
La presenza di molluschi confezionati in sacchetti privi di etichettatura, elemento cruciale per la trasparenza e la rintracciabilità dei prodotti, ha immediatamente insospettito i controllori.
Questa omissione, oltre a violare le normative in materia di commercio, rende impossibile ricostruire la filiera di approvvigionamento, alimentando sospetti su pratiche illegali e potenzialmente dannose per la salute dei consumatori.
La difficoltà nell’identificare i responsabili della pesca e del confezionamento, che quantificano il valore commerciale del carico a circa 1.500 euro, indica una certa organizzazione nella commissione dell’illecito e suggerisce la presenza di un giro di pesca irregolare, probabilmente finalizzato ad eludere i controlli e massimizzare i profitti a discapito della salvaguardia ambientale.
Il successivo rimesso in mare del prodotto sequestrato, pur essendo una misura obbligatoria per preservare il ciclo vitale degli organismi, evidenzia una perdita di risorse potenzialmente utile alla comunità locale e una lesione del patrimonio naturale.
L’operazione si colloca all’interno di un quadro più ampio di attività di controllo che, nel corso dell’ultimo mese, hanno coinvolto 50 imbarcazioni, con l’identificazione di oltre 70 persone e l’applicazione di sanzioni amministrative per un valore complessivo di 3.500 euro.
Questi dati, pur indicando un impegno significativo da parte delle forze dell’ordine, pongono anche una questione cruciale: è necessario un’azione più coordinata tra tutti gli attori coinvolti – pescatori, amministrazioni locali, associazioni di categoria, corpo delle Capitanerie di Porto – per promuovere una pesca sostenibile, garantire la trasparenza del mercato e proteggere la biodiversità lagunare, un bene prezioso e fragile che richiede una gestione responsabile e lungimirante.
La tutela del mare non è solo una questione di applicazione della legge, ma anche di educazione e sensibilizzazione.








