Il piccolo ospedale di Feltre, crocevia di storie e speranze nel cuore della provincia veneta, ha recentemente vissuto un evento straordinario: la nascita di sette neonati in un’unica, intensa giornata.
Un evento del genere, in un contesto sanitario provinciale, si configura come un’eccezionalità che va ben oltre la mera statistica.
Sei bambine – Matilde, Aurora, Azzurra, Alma, Sharon e una settima ancora da nominare – e un maschietto, sono giunti al mondo il 20 luglio, testimoniando la vitalità e la resilienza di un territorio spesso segnato da sfide demografiche.
La provenienza delle madri, distribuita tra la provincia di Belluno (con rappresentanze significative da Primiero e dal trevigiano), sottolinea la fiducia che le famiglie ripongono nel punto nascita di Feltre, un centro di eccellenza che attrae anche residenti al di fuori dell’ambito territoriale dell’ULSS 1 Dolomiti.
Questa scelta non è casuale; riflette un’offerta sanitaria di qualità, un’attenzione personalizzata e un ambiente accogliente che rendono l’esperienza del parto un momento di gioia e sicurezza.
Il numero di 400 nati dall’inizio del 2025, in linea con i dati dell’anno precedente, rappresenta un dato significativo, in un contesto nazionale caratterizzato da un calo generalizzato delle nascite.
Questo dato non è solo un indicatore di vitalità demografica locale, ma anche una conferma della capacità dell’ospedale di Feltre di mantenere il suo ruolo centrale nel fornire servizi essenziali per le famiglie del territorio.
L’evento del 20 luglio, con la nascita simultanea di sette neonati, ha generato un’ondata di emozione e orgoglio nel personale sanitario, impegnato quotidianamente con dedizione e professionalità nell’accompagnare le donne durante il percorso della gravidanza e del parto.
È un momento di profonda soddisfazione, che va ben oltre la routine professionale, perché testimonia il ruolo cruciale dell’ospedale nel tessuto sociale e nel futuro della comunità.
Come auspicato dal direttore generale dell’ULSS 1 Dolomiti, Giuseppe Dal Ben, questa insolita concomitanza potrebbe interpretarsi come un piccolo, ma significativo, segnale di speranza e un possibile preludio a un rinnovato interesse per la natalità nella regione.
Un’iniezione di ottimismo in un contesto complesso, un invito a riflettere sull’importanza di sostenere le famiglie e di investire nel futuro delle nuove generazioni.
L’eco di queste sette nuove vite che iniziano a respirare, rappresenta un canto di speranza per il territorio e un monito a coltivare un futuro di crescita e prosperità.