lunedì 8 Settembre 2025
22.9 C
Venezia

Soccorso alpino sulla Tofana: salvati tre alpinisti a rischio

La Tofana di Rozes, sentinella delle Dolomiti ampezzane, ha visto consumarsi, nelle ultime dodici ore, un’operazione di soccorso alpino complessa e delicata.

Tre alpinisti, provenienti da Milano e di età compresa tra i 29 e i 56 anni, si sono trovati in una situazione di grave pericolo sulla via ferrata Costantini-Apollonio, a circa 2800 metri di quota.
La loro avventura, iniziata con una notte di impegnative manovre, si è interrotta a circa 8-9 tiri dalla vetta, quando una caduta in cordata ha innescato un evento critico.

L’incidente, verificatosi durante il quindicesimo tiro, una sezione caratterizzata da intricati camini che preludono a tratti più semplici, ha visto il primo elemento della cordata perdere l’appoggio.

Fortunatamente, il gesto non ha provocato lesioni fisiche dirette, ma ha determinato un cedimento della sosta, mettendo a rischio l’intera squadra.
I tre alpinisti, resi consapevoli dell’instabilità della situazione e dell’imminenza di condizioni meteorologiche avverse, hanno prontamente lanciato un allarme, stabilizzando la loro posizione provvisoria con dispositivi di ancoraggio mobili, noti come “friend”.

La tempestività della risposta è stata cruciale.
L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, soprannominato “Falco”, ha immediatamente tentato un primo intervento di recupero.

Tuttavia, la configurazione strapiombante della parete rocciosa e la presenza di nubi ostili hanno reso impossibile l’avvicinamento.

Per superare l’ostacolo, è stata organizzata una seconda manovra: Falco ha imbarcato due tecnici del Soccorso alpino di Cortina, depositandoli in una posizione strategica sullo Spigolo del Pilastro, il punto più vicino possibile alla verticalità della posizione dei tre alpinisti.
La fase successiva ha richiesto un coordinamento impeccabile.
Verso le 21:00, Falco ha effettuato un secondo volo, imbarcando ulteriori tre tecnici, tra cui un soccorritore della Guardia di Finanza.

Questi ultimi, attraverso due tiri di corda verticali, hanno raggiunto i colleghi già in quota, dove avevano predisposto una sosta sicura per le calate successive.

L’operazione di discesa, estesa per circa ottanta metri, ha permesso al soccorritore più in basso di stabilire un contatto diretto con gli alpinisti, assicurare il primo di cordata e procedere alla risalita graduale di tutti.
Le condizioni meteorologiche proibitive hanno reso complessa l’operazione di recupero.
L’elicottero di Trento, giunto verso mezzanotte, ha tentato di utilizzare un verricello per avvicinare un tecnico di elisoccorso, ma l’oscurità ha reso il tentativo impraticabile.
Un secondo tentativo, intrapreso alle 3:00 del mattino, è stato interrotto da un temporale che si abbatté su Trento.

Solo alle 4:30, sotto una pioggia battente, i soccorritori e gli alpinisti sono riusciti a raggiungere il campo base, per poi essere trasferiti in jeep al Rifugio Dibona, dove hanno trascorso la mattinata, giungendo alle 6:30.

L’episodio testimonia ancora una volta la vulnerabilità dell’uomo di fronte alla potenza della montagna e l’importanza di una preparazione accurata, di un equipaggiamento adeguato e di una risposta rapida e coordinata da parte dei soccorsi alpini.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -