La Strada Statale 51 Alemagna, linfa vitale per la connettività tra la fertile pianura veneta e l’imponente panorama dolomitico di Cortina d’Ampezzo, è destinata a ripristinare la sua piena funzionalità.
Dopo un periodo di restrizioni operative, determinato da specifiche problematiche geologiche e meteorologiche che hanno richiesto un’attenta valutazione dei rischi, la provincia di Belluno, in collaborazione con le autorità competenti, ha implementato un sistema avanzato di monitoraggio e allerta che consentirà la riapertura della strada anche nelle ore notturne a partire da venerdì.
La decisione, frutto di un intenso lavoro di coordinamento tra i diversi attori coinvolti, è stata formalizzata durante un tavolo tecnico operativo promosso dalla Prefettura.
Oltre alla Provincia di Belluno e ad Anas, l’incontro ha visto la partecipazione di Veneto Strade, delle forze dell’ordine, della Protezione Civile regionale e di rappresentanti dei comuni di Cortina d’Ampezzo e San Vito di Cadore, testimoniando l’importanza strategica della via per l’intera comunità montana.
Le indicazioni cruciali fornite dalla ditta specializzata nell’installazione e gestione del sistema di monitoraggio hanno giocato un ruolo determinante nel definire le modalità di riapertura.
Il sistema implementato non è un semplice sensore di rischio, ma una sofisticata architettura di rilevamento dati che integra monitoraggio geologico (movimenti franosi, stabilità del versante) e meteorologico (precipitazioni intense, rischio valanghe).
I dati raccolti vengono elaborati in tempo reale, generando allarmi mirati che consentono un intervento tempestivo per prevenire situazioni di pericolo.
Questo approccio proattivo mira a garantire la sicurezza dei viaggiatori e a minimizzare l’impatto di eventuali eventi avversi.
Per validare l’efficacia del sistema e perfezionare i protocolli di intervento, è previsto un sopralluogo congiunto tra Provincia, Anas e la ditta incaricata, che simulerà scenari di emergenza e testerà le procedure di allerta e comunicazione.
Questa fase di test intensivo è fondamentale per ottimizzare le risposte alle diverse situazioni di rischio e per formare il personale coinvolto nelle operazioni di gestione dell’emergenza.
L’obiettivo è quello di dotare la comunità di un sistema di resilienza capace di affrontare le sfide poste dalla fragilità del territorio montano e di assicurare la continuità dei collegamenti vitali per l’economia locale e il turismo.