La tragedia avvenuta a Santa Maria di Sala, dove due lavoratori egiziani hanno perso la vita a causa di un incidente in una vasca biologica, solleva drammatiche e urgenti questioni sulla legalità e la sicurezza sul lavoro nel territorio veneziano.
La denuncia della CGIL Venezia, confermata da fonti investigative e dalle autorità competenti, rivela una realtà sconcertante: i due uomini erano impiegati in regime di lavoro nero, privi di contratto e, di conseguenza, esposti a condizioni lavorative precarie e prive di tutele essenziali.
Questo episodio, purtroppo, non è un caso isolato, ma un sintomo allarmante di un’economia sommersa che continua a erodere i diritti dei lavoratori e a compromettere la sicurezza negli ambienti di lavoro.
L’assenza di un contratto di lavoro non solo priva i lavoratori della protezione prevista dalla legge – come l’assicurazione contro gli infortuni, la copertura previdenziale e la tutela in caso di licenziamento – ma li espone anche a rischi elevati, spesso ignorati o minimizzati dai datori di lavoro illegali.
L’incidente di Santa Maria di Sala, pertanto, non deve essere semplicemente archiviato come una sfortunata fatalità.
Si tratta di una denuncia esplicita di un sistema che consente, o addirittura favorisce, l’impiego di manodopera irregolare, spinta dalla ricerca di costi inferiori e dall’evasione fiscale.
Questa pratica non solo danneggia i lavoratori, negando loro diritti fondamentali, ma danneggia anche l’intera comunità, alimentando un mercato del lavoro distorto e concorrenziale, in cui la dignità del lavoro viene sacrificata sull’altare del profitto immediato.
È imperativo che le istituzioni, le forze dell’ordine e i sindacati intensifichino i controlli e le azioni di contrasto al lavoro nero, rafforzando al contempo la collaborazione tra tutti gli attori coinvolti.
Occorre promuovere una cultura della legalità e della responsabilità sociale, sensibilizzando datori di lavoro e lavoratori sui rischi e le conseguenze del lavoro sommerso.
La memoria delle due vittime non può sfumare in una statistica.
Deve invece stimolare un profondo ripensamento delle politiche del lavoro e un impegno concreto per garantire a tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro provenienza o dalla loro condizione lavorativa, il rispetto dei diritti fondamentali e la sicurezza sul posto di lavoro.
La legalità non è un optional, ma un dovere imprescindibile per una società giusta e prospera.