La comunità di Santa Maria di Sala, nel veneziano, è stata scossa da un lutto profondo: la perdita di un bambino ucraino di sei anni, vittima di un tragico incidente stradale.
Mercoledì pomeriggio, mentre attraversava con la madre una via trafficata sulla Noalese, il piccolo è stato travolto da un’autovettura, riportando ferite gravissime.
La vicenda si colloca nel contesto più ampio dell’emergenza umanitaria causata dalla guerra in Ucraina.
La famiglia, come molti altri, aveva cercato rifugio in Italia, fuggendo dalla devastazione e dalla paura per trovare un futuro più sicuro.
Erano ospitati in un’ex canonica, parte di un’iniziativa di accoglienza rivolta ai profughi ucraini, un gesto di solidarietà volto a offrire un minimo di stabilità e speranza in un momento di profondo smarrimento.
L’impatto con l’autovettura lo ha proiettato a notevole distanza, evidenziando l’immediatezza e la violenza dell’evento.
Le condizioni del bambino, fin da subito, hanno destato la massima preoccupazione.
Trasportato d’urgenza all’ospedale di Padova, ha lottato strenuamente per la vita, ma i danni cerebrali erano irreversibili.
La dichiarazione di morte cerebrale, avvenuta ieri, ha preceduto il decesso ufficiale, sancendo la fine di una giovane esistenza segnata fin dalla nascita da un destino avverso.
Questo tragico episodio solleva, al di là del dolore individuale e comunitario, interrogativi pressanti sulla sicurezza stradale, sulla vulnerabilità dei rifugiati e sulla necessità di garantire una protezione adeguata ai minori in situazioni di fragilità.
La sua perdita rappresenta una ferita aperta non solo per la sua famiglia e per la comunità locale, ma anche per l’intera nazione italiana, chiamata a onorare la sua memoria con gesti concreti di accoglienza e di impegno civile.
La sua storia, breve e dolorosa, è un monito potente e un appello alla compassione, alla solidarietà e a un futuro più sicuro per tutti i bambini del mondo.