L’ambiente universitario non deve configurarsi come un mero aggregato di spettatori passivi, confinati nelle proprie posizioni, ma come un luogo di confronto dinamico, un vero e proprio palcoscenico del dibattito civile dove ogni voce può esprimersi, dissentire, controbattere, nel rispetto di un principio cardine: l’assoluta inaccettabilità della violenza.
Quest’ultima non si manifesta solamente in forme fisiche, ma si cela anche nell’aggressività verbale, nella provocazione gestuale, nell’intimidazione psicologica.
Il recente episodio, rievocato dall’onorevole Fiano – il gesto inequivocabile del 27 ottobre – ha profondamente scosso la comunità accademica, configurandosi come un’anomalia inaccettabile che non deve, né potrà, ripetersi in nessuna aula universitaria, né in alcun contesto legato all’istruzione superiore.
La mia presenza in questo contesto, come Ministro dell’Università e della Ricerca, mira a ribadire un concetto fondamentale: l’autonomia universitaria non può essere intesa come una carta bianca, come una zona di privilegio dove si possa operare al di sopra della legge, nascondendosi dietro la libertà di espressione per giustificare comportamenti illeciti.
Ogni atto di insulto, di minaccia, che sia perpetrato all’interno di un ateneo o al di fuori, costituisce un reato perseguibile secondo la legge vigente.
La decisione della Rettrice di non procedere con una denuncia formale è una scelta che rientra nelle sue prerogative, in quanto garante primario della sicurezza all’interno dell’istituzione.
L’autonomia universitaria è un pilastro del nostro sistema educativo, un principio che difendo con fermezza, ma essa non può essere invocata per eludere le responsabilità e per proteggere chi compie atti riprovevoli.
La Rettrice detiene il potere di richiedere l’intervento delle forze dell’ordine, e a queste ultime va un sentito ringraziamento per il loro costante supporto, poiché sono loro a garantire la libertà di espressione che oggi viviamo.
La possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero, come dimostra la presenza e l’intervento dell’onorevole Fiano, è un diritto prezioso, reso possibile dalla vigilanza e dall’impegno di coloro che operano al di fuori delle mura universitarie.
È imperativo che la comunità accademica comprenda che la libertà di parola non può essere un alibi per comportamenti che ledono la dignità altrui e violano la legge.
L’equilibrio tra autonomia e responsabilità è un elemento cruciale per garantire un ambiente universitario sereno, stimolante e inclusivo, dove il confronto civile e il dibattito costruttivo possano prosperare.







