La sicurezza della donazione di sangue e plasma in Veneto si eleva a un nuovo standard grazie all’introduzione di un test di screening mirato per il virus del Nilo Occidentale (WNV).
La Regione Veneto, in risposta alla crescente preoccupazione legata alla presenza del vettore, la zanzara *Culex pipiens*, ha implementato un sistema di monitoraggio e prevenzione che elimina la sospensione automatica dei donatori residenti o aventi soggiornato in aree a rischio.
L’innovativo protocollo, introdotto a partire dalla fine di giugno e operante in tutta la regione, si basa sull’esecuzione sistematica del test WNV-NAT.
Questa tecnologia avanzata, aggiunta al panel di esami di controllo standard, permette di rilevare la presenza di RNA virale nel sangue dei donatori, indicando un’eventuale infezione asintomatica.
Questo approccio è cruciale, poiché una porzione significativa degli individui infetti dal WNV non manifesta sintomi evidenti, pur rimanendo potenzialmente in grado di trasmettere il virus attraverso la donazione.
Il test WNV-NAT rappresenta un significativo passo avanti rispetto alle precedenti linee guida che prevedevano la sospensione automatica dei donatori provenienti da zone a rischio.
Questa pratica, pur volta a garantire la sicurezza del sangue, poteva comportare una drastica riduzione delle scorte disponibili e un impatto negativo sulla catena di approvvigionamento.
Il nuovo metodo consente di preservare il flusso di donazioni mantenendo al contempo un elevato livello di protezione per i pazienti riceventi.
L’analisi dei campioni prelevati durante le donazioni è effettuata in tempo reale.
In caso di risultato positivo, la sacca viene immediatamente bloccata, evitando la sua immissione nella rete di distribuzione.
Questo sistema di allerta precoce è fondamentale per impedire la potenziale diffusione del virus.
“Abbiamo implementato questo protocollo per garantire la massima tranquillità ai nostri donatori e ai pazienti che ricevono il sangue”, afferma il direttore sanitario dell’associazione.
“Il nostro impegno è quello di preservare la disponibilità di sangue sicuro, rimuovendo al contempo le barriere alla donazione”.
L’introduzione del test WNV-NAT in Veneto si inserisce in un contesto più ampio di vigilanza sanitaria a livello nazionale ed europeo, volto a contrastare la diffusione di malattie trasmesse da vettori.
La Regione Veneto si conferma così all’avanguardia nell’adozione di strategie innovative per la gestione del rischio biologico e la salvaguardia della salute pubblica.
La continua evoluzione delle tecniche di screening e la stretta collaborazione tra istituzioni sanitarie e associazioni di donatori sono elementi imprescindibili per la sostenibilità del sistema di donazione e la sua capacità di rispondere efficacemente alle nuove sfide epidemiologiche.