Davanti a Ca’ Farsetti, cuore amministrativo di Venezia, si è consumato un atto di solidarietà e protesta, un presidio vibrante che ha raccolto un centinaio di persone.
La manifestazione, organizzata dal Centro Sociale Morion in risposta all’appello del Global Movement to Gaza, si è articolata attorno al sostegno alla Global Sumud Flotilla, un’iniziativa coraggiosa che intende portare aiuti umanitari alla Striscia di Gaza.
L’atmosfera era carica di significato, un mix di speranza e indignazione.
Bandiere palestinesi sventolavano, cartelli esprimevano messaggi di supporto e denuncia, mentre piccole barche di carta, simboli di fragilità e resilienza, galleggiavano tra la folla.
La musica, elemento integrante della protesta, ha amplificato l’eco delle voci che si levano contro la sofferenza e l’ingiustizia.
Il Centro Sociale Morion, voce portante dell’iniziativa, ha espresso con forza la gravità della situazione a Gaza, descrivendola come una terra in fiamme, vittima di un conflitto che sembra sfuggire al controllo di chi ne detiene il potere.
L’accusa è rivolta non solo a Israele, ma anche ai governi occidentali, accusati di complicità con le politiche che perpetuano la crisi umanitaria.
La Global Sumud Flotilla, un nome che evoca la resistenza passiva e la determinazione nel resistere all’oppressione, ha subito un attacco con droni, un atto di violenza che ha ulteriormente esacerbato la tensione e il senso di urgenza.
Il presidio veneziano non è stato solo una manifestazione di supporto immediato, ma un appuntamento programmatico.
Venerdì è in programma un’assemblea cittadina, un momento di riflessione e pianificazione per coordinare le prossime mobilitazioni.
L’obiettivo è quello di intensificare la pressione politica e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di un’azione concreta per porre fine alla sofferenza a Gaza e garantire il rispetto dei diritti umani.
La manifestazione a Venezia si inserisce in un contesto globale di crescente preoccupazione per la situazione palestinese e rappresenta un segnale di solidarietà e speranza in un momento di profonda crisi.
Si tratta di un atto che testimonia l’impegno di una comunità civile che non si arrende di fronte all’ingiustizia e che si fa portavoce di una voce che chiede pace e giustizia per il popolo palestinese.