L’ortodossia enologica che impone la degustazione dei vini rossi a temperatura ambiente, dogma intoccabile per decenni, si trova oggi a interrogarsi profondamente.
L’innalzamento globale delle temperature, fenomeno innegabile e dalle conseguenze sempre più evidenti, spinge a una revisione critica di questo principio, sollevando un dibattito che coinvolge esperti e appassionati.
La provocazione, lanciata di recente dal rinomato divulgatore Michele Bontempi, figura di spicco nel mondo dei vini naturali e influencer di riferimento per la qualità enogastronomica, ha acceso un confronto che si concretizza a Vicenza.
Il Gruppo Giovani del Consorzio Vini della Valpolicella, con Davide Manara a capo, si appresta a rispondere a questa sfida con un approccio innovativo e sperimentale: “Amarone e Valpolicella Superiore On Ice”.
L’evento, in programma il 27 novembre presso il Caffè Garibaldi, non si configura come una semplice degustazione, bensì come una vera e propria indagine sensoriale, un’esplorazione delle potenzialità espressive dei vini valpolicellesi in condizioni di refrigerazione controllata.
L’idea, audace e stimolante, nasce dalla crescente consapevolezza che le regole enologiche, per quanto valide in passato, necessitano di essere riconsiderate alla luce delle mutate condizioni ambientali.
L’innalzamento delle temperature medie, infatti, rende sempre più frequenti situazioni in cui la degustazione a temperatura ambiente rischia di appiattire la complessità aromatica e nascondere le sfumature più delicate.
Per favorire l’analisi comparativa, i partecipanti avranno a disposizione “glacette”, strumenti che permetteranno di regolare con precisione il livello di raffreddamento, consentendo di osservare come la temperatura influisce sulla percezione dei tannini, dell’acidità e degli aromi primari e secondari.
A completare l’esperienza, lo chef stellato Matteo Grandi curerà un menu gastronomico appositamente studiato per valorizzare i vini protagonisti dell’esperimento.
Dalle note frizzanti di uno Spritz Irripetibile, al carciofo mantecato con salsa al vino bianco e pepe Sarawak, passando per un risotto zucca e Amarone e una quaglia ripiena di foie gras, tartufo e salsa all’Amarone e castagne mascarpone, fino ad arrivare ad una grappa di Recioto, ogni piatto sarà concepito per interagire armoniosamente con le caratteristiche dei vini, esaltandone il profilo gustativo.
L’obiettivo ultimo non è tanto quello di stabilire se sia lecito o meno refrigerare vini pregiati, quanto piuttosto quello di aprire una riflessione più ampia sul ruolo della temperatura nel processo di degustazione e di comprensione del vino, e di comprendere se, con un utilizzo consapevole e mirato, il freddo possa rivelarsi un alleato inaspettato per esaltare le qualità intrinseche di un vino complesso e affascinante come l’Amarone.
Si tratta di un’indagine volta a decostruire un dogma e a esplorare nuove frontiere enologiche, nel rispetto della tradizione e con lo sguardo rivolto al futuro.







