domenica 7 Settembre 2025
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Venezia

À pied d’œuvre: Venezia premia una sceneggiatura coraggiosa e poetica.

Il riconoscimento per la migliore sceneggiatura alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si è distinto per la sua capacità di celebrare un’opera che, al di là della narrazione, esplora la complessità del lavoro e del rapporto tra creazione artistica e realtà quotidiana.
Il premio è andato congiuntamente a Valerie Donzelli e Gilles Marchand per “À pied d’œuvre” (At work), un film che emerge dalla Francia con una forza narrativa e poetica inaspettata.

L’opera, firmata dalla regia di Valerie Donzelli, non si limita a raccontare una storia vera, ma si immerge in un’indagine profonda e stratificata.

La sceneggiatura, frutto della collaborazione tra Donzelli e Marchand, si distingue per una struttura coraggiosa e un linguaggio cinematografico innovativo.
Evita il sentimentalismo facile, optando per un approccio che oscilla tra la documentazione cruda e l’interpretazione artistica.
“À pied d’œuvre” si configura come un metatesto sul processo creativo.

La trama, apparentemente semplice, ruota attorno alla figura di una sceneggiatrice che, incaricata di raccontare la storia di un uomo che lavora come operaio edile, si trova a confrontarsi con le difficoltà di tradurre in immagini e parole un’esperienza così lontana dalla sua.

Questo confronto genera una riflessione continua sulla natura stessa della rappresentazione, sul confine labile tra verità e finzione, e sul ruolo dell’artista di fronte alla realtà del lavoro e della vita altrui.
La sceneggiatura non si concentra tanto sugli eventi in sé, quanto sulle dinamiche interpersonali che si creano durante la fase di documentazione e scrittura.

I dialoghi, spesso frammentari e apparentemente casuali, rivelano le tensioni, le incomprensioni, e le sottili connessioni che si instaurano tra la sceneggiatrice, l’operaio, e l’équipe cinematografica.

Questi scambi, apparentemente banali, diventano spunti per una riflessione più ampia sul significato del lavoro, sulla dignità umana, e sulla necessità di dare voce a chi non ne ha.
La scelta di premiare questa sceneggiatura sottolinea la volontà della Mostra di Venezia di riconoscere opere che sfidano le convenzioni narrative e che invitano lo spettatore a interrogarsi sul ruolo dell’arte e dell’artista nel mondo contemporaneo.
“À pied d’œuvre” non è solo un film sul lavoro, ma un film sul cinema stesso, un’indagine sulla possibilità e i limiti della rappresentazione, e una celebrazione della complessità e della bellezza della vita quotidiana.

Il premio riconosce, in definitiva, la capacità della sceneggiatura di trasformare una storia vera in un’opera d’arte universale, capace di toccare le corde più profonde dell’animo umano.

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