Il Museo Archeologico Nazionale di Adria arricchisce il suo patrimonio con una significativa collezione di 88 reperti archeologici, frutto di un’operazione giudiziaria che ha coinvolto i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e la Soprintendenza per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso. La donazione, proveniente da una precedente detenzione privata, rappresenta un’importante acquisizione per la comprensione del paesaggio culturale veneto e delle sue connessioni con il mondo greco e etrusco.La collezione, databile tra la fine del VII secolo a.C. e la prima metà del II secolo a.C., è composta prevalentemente da ceramiche vascolari di notevole pregio, testimonianze di una produzione artigianale sviluppatasi in Grecia, Magna Grecia e Etruria. L’eccezionale stato di conservazione dei manufatti, unita alla loro tipologia, suggerisce un legame diretto con contesti funerari, offrendo uno spaccato prezioso sulle pratiche rituali e le credenze dell’epoca. La presenza di ceramiche provenienti da diverse aree geografiche evidenzia, inoltre, l’intensità degli scambi commerciali e culturali che caratterizzarono il Mediterraneo antico.L’indagine, avviata a seguito di un’ispezione di routine e sollecitata dalla Commissione regionale per il patrimonio culturale del Veneto, ha rivelato che i reperti erano originariamente derivati da scavi clandestini e rinvenimenti non denunciati, successivamente immessi nel mercato dell’arte attraverso case d’asta. La ricostruzione della storia della collezione, resa possibile dalla collaborazione dell’ultima detentrice, la quale ha dimostrato di agire in buona fede, ha permesso di tracciare un percorso che si estende fino agli anni ’70. L’intervento del Nucleo TPPC di Venezia, con la sua perizia e la collaborazione con la Soprintendenza, è stato cruciale per individuare l’origine illecita dei beni e ricostruirne la filiera.La scrupolosa analisi dei reperti, condotta dagli archeologi della Soprintendenza in sinergia con i Carabinieri, ha fornito elementi fondamentali per la ricostruzione del contesto archeologico di provenienza e per valutare il loro valore storico-artistico. Il Tribunale di Padova ha successivamente decretato il dissequestro della collezione, riconoscendone l’importanza per il patrimonio nazionale. La Direzione Generale Archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero della Cultura ha poi conferito al Museo Archeologico Nazionale di Adria la responsabilità di custodire e valorizzare questo inestimabile tesoro, destinandolo alla ricerca, all’educazione e alla fruizione pubblica, contribuendo a rafforzare l’identità culturale del territorio e a promuovere la conoscenza del patrimonio archeologico italiano nel mondo. Questa acquisizione si inserisce in un più ampio impegno per contrastare il traffico illecito di beni culturali e per tutelare il patrimonio archeologico italiano, patrimonio dell’intera umanità.
Adria: 88 reperti da sequestro arricchiscono il Museo Archeologico
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