Rovigo celebra il centenario della nascita di Gian Antonio Cibotto con la mostra “Gian Antonio Cibotto (1925-2017).
Il gusto del racconto”, un’immersione nella vita e nell’opera del prolifico autore polesano, ospitata a Palazzo Roncale dal 5 dicembre 2024 al 28 gennaio 2026.
L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, e curata da Francesco Jori, con un’idea di Sergio Campagnolo, svela aspetti inediti e intrecci cruciali che hanno segnato il percorso artistico di Cibotto, ponendolo in dialogo con figure chiave del panorama culturale italiano del secondo dopoguerra.
La mostra non si limita a ripercorrere la carriera letteraria di Cibotto, ma ne esplora le radici profonde, legate indissolubilmente al territorio polesano e alle sue memorie collettive.
Un elemento particolarmente significativo emerge dalla sua collaborazione con Carlo Rambaldi, il geniale inventore di effetti speciali, vincitore di due premi Oscar, un legame nato proprio sul set del film “Scano Boa”, trasposizione cinematografica del celebre romanzo polesano.
Questo incontro fortuito rivela come la creatività possa germogliare da un terreno comune di esperienze e aspirazioni, alimentando la nascita di opere innovative e suggestive.
“Scano Boa” offre uno spaccato vivido della vita dei pescatori di storioni e del loro rapporto ancestrale con il fiume Po, un ecosistema fragile e ricco di significato simbolico.
La necessità di rappresentare questi animali iconici, sempre più rari, stimolò l’ingegno di Rambaldi, che creò per la prima volta esemplari elettromeccanici di storioni, una soluzione tecnicamente avanzata e visivamente sorprendente.
La studiosa e collezionista Silvia Nonnato, custode di questa memoria, sottolinea come il film abbia immortalato le speranze e le difficoltà di un territorio segnato dalla povertà ma intriso di un fascino primordiale, il Delta del Po.
La genesi dei modelli di storioni di Rambaldi si inserisce in un contesto di sperimentazione artistica e tecnologica.
Negli anni ’50, mentre realizzava un documentario sugli storioni per Antonio Sturla a Pila, Rambaldi iniziava a esplorare le potenzialità dell’elettromeccanica, applicandola alla creazione di sculture animate.
La mancanza di esemplari reali da utilizzare sul set lo spinse a realizzare tre modelli incredibilmente realistici, che successivamente trovarono impiego anche nel film di Renato Dall’Ara.
Questi manufatti diventano metafore tangibili dei sogni dei pescatori, una rappresentazione simbolica della lotta per la sopravvivenza e della speranza in un futuro migliore.
Il film “Scano Boa” segna così un punto di svolta nella carriera di Carlo Rambaldi, aprendo la strada a una lunga serie di innovazioni che lo avrebbero consacrato come uno dei pionieri degli effetti speciali nel cinema mondiale.
Contemporaneamente, per Gian Antonio Cibotto, il film costituisce lo scenario ideale per il suo primo romanzo di successo, un racconto profondamente radicato nella realtà polesana, capace di catturare l’essenza di un’epoca e di un popolo.
La mostra si configura quindi come un omaggio a due figure emblematiche, custodi di un patrimonio culturale inestimabile e testimoni di un’epoca di fervore creativo e di profondo cambiamento.